Atene dice no a proposte “assurde” da parte dei creditori. Alexis Tsipras davanti al parlamento greco boccia il progetto presentato questa settimana dal gruppo di Bruxelles e ne chiede il ritiro. Il primo ministro ha tuttavia affermato che si è più che mai vicini a un accordo, a condizione che venga presa in considerazione la proposta “realistica” del governo greco.
Non voteremo un nuovo bailout, ha ribadito Tsipras. “Abbiamo bisogno di una soluzione. Dopo cinque anni occorre un soluzione definitiva per la Grecia e per l’Europa. Una soluzione che ponga fine a qualsiasi discussione sull’uscita della Grecia dall’euro, discussione che può funzionare soltanto come profezia autorealizzante della crisi”.
Nei giorni scorsi Atene ha deciso di rinviare il rimborso di una rata da 300 milioni e di accorparla a un versamento unico di un miliardo e seicento milioni di euro entro fine giugno. Una mossa strategica per Vicky Price, consigliera economica capo al Cebr (centro ricerche su economia e impresa): “Ciò conferisce forza negoziale ai greci, perché dicono, non paghiamo fino a quando non saremo sicuri di ricevere soldi. Ma mette anche in evidenza la necessità di raggiungere una soluzione prima possibile”.
Le richieste dei creditori oltrepassano alcune linee rosse del governo greco, fra le quali aumenti alle tasse, tagli alle pensioni basse e privatizzazioni. Quasi la metà dei greci secondo un sondaggio è favorevole a un compromesso.
