Tac su calchi vittime Pompei, avevano denti perfetti. Il segreto? Un’ottima alimentazione

pompei-tacSono le prime rivelazioni della Tac (Tomografia assiale computerizzata multi strato) eseguita su una trentina di calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., alla quale sta lavorando un’ equipe di studiosi incaricati dalla Soprintendenza archeologica di Pompei.

«Uno dei problemi che abbiamo incontrato è la densità del gesso utilizzato per la tecnica del calcio – ha spiegato il soprintendente Massimo Osanna –: è una densità simile alle ossa, ecco perché è stato necessario ricorrere alla tecnologia della Tac da 16 strati messa a disposizione dalla Philips Spa Healthcare».

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Il progetto coinvolge archeologi, antropologi, radiologi, odontoiatri e ingegneri per i rilievi scanner-laser. Lo scopo è di risalire alle abitudini di vita, all’occupazione, al ceto sociale dell’uomo nascosto nel calco e ha già rivelato, ad esempio, il danno subito dalle ossa dovuto all’eccessiva presenza di fluoro nelle falde acquifere vesuviane.tac-pompei

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«Qui torniamo su uno degli aspetti più impressionanti di Pompei che è quello delle vittime dell’eruzione. L’archeologo Fiorelli nel 1863 inventa questa tecnica per recuperare le forme del corpo. Lui li chiama “rapiti alla morte” perché colando il gesso si ritrovavano i momenti della morte. Tutto questo lavoro viene fatto con grande rispetto, non stiamo spettacolarizzando la morte ma è un lavoro scientifico che ci permette di fare un grande salto in avanti nella conoscenza dell’antichità – ha spiegato Osanna – Vengono fuori dati straordinari che riguardano età, sesso, cosa mangiavano, il loro status – ha aggiunto – È interessante come la biografia di una persona venga fuori attraverso elementi come la dentatura».

Fonte: Il Giornale 

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Nella Tac è invece entrato il bambino della stessa “famiglia” del quale è stato trovato lo scheletro intero. Mediante la misurazione del femore, è stata stabilita la sua età approssimativa: tra i 2 e i tre anni. Ulteriori studi sul polso riveleranno ulteriori particolari del bambino. ‘‘Questa notte – afferma Roberto Canigliula, referente della ‘Philips Spa’ – abbiamo scoperto che il nodo di un abitino sullo sterno del bimbo, è invece una fibbia, probabilmente d’oro”. Le scoperte arrivano così, improvvise, dalla sinergia di archeologi, radiologi, odontoiatri, restauratori, antropologi, ingegneri e cartografi.tac-su-vittime-pompei
Lo studio sui denti dei circa 30 resti umani contenuti nei calchi di Pompei ha rivelato che i pompeiani mangiavano sano. ”Il campione è troppo piccolo per generalizzare – frena Giovanni Babino, medico radiologo – ma è vero che i nostri speciali ‘pazienti’ hanno arcate dentarie perfette”. ‘Mangiavano prevalentemente frutta e verdura, e pochi zuccheri – afferma Elisa Vanacore, l’odontoiatra dell’equipe Lo studio dei denti potrà rivelare molto altro ancora”.vittime-pompei
E’ costato circa 270 mila euro lo studio di restauro dei calchi e dei reperti di bronzo. ”Con questo progetto continuiamo il nostro ‘itinerario della morte’ – ha detto il Soprintendente degli Scavi di Pompei, Ercolano e Stabia, vero motore degli studi, Massimo Osanna – con un programma scientifico che sta consentendo di aggiungere straordinari tasselli alla conoscenza che sempre precede la tutela e la valorizzazione”.
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