Un farmaco per aritmia cardiaca può aumentare il rischio cancro. Lo dice uno studio.

farmaci-antidolorificiUna notizia certamente non positiva per i consumatori di tutta l’area UE che riguarda la sicurezza dei farmaci.

Amiodarone, un farmaco molto comune utilizzato contro l’aritmia cardiaca, aumenterebbe il rischio di cancro, soprattutto negli uomini così come in tutti i pazienti trattati con alte dosi. Lo dice uno studio pubblicato nell’ultima edizione della rivista scientifica americana Cancer.

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Secondo la ricerca, guidata da Vincent Yi-Fong Su del Taipei Veterans General Hospital di Taiwan le persone che assumono alte dosi di amiodarone, che in commercio si trova con i nomi di Nexterone o Cordarone, hanno il doppio di possibilita’ di ammalarsi di cancro rispetto a coloro che assumono una dose bassa dello stesso principio attivo. Il numero e’ particolarmente alto fra coloro che hanno assunto l’amiodarone quotidianamente e in alte dosi nel primo anno. Gli scienziati hanno studiato i casi di 6.418 persone che hanno preso il farmaco per almeno due anni e mezzo fra il 1997 e il 2008: fra queste, 280 hanno sviluppato un cancro che non era stato diagnosticato in precedenza. Gli autori della ricerca non hanno comunque ritenuto di raccomandare uno stop alle prescrizioni, aggiungendo che la questione necessita ulteriori studi di approfondimento.

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Inoltre la somministrazione orale di amiodarone determina effetti collaterali in circa il 75% dei pazienti e determina l’interruzione precoce del trattamento nel 7-18% dei pazienti. Fra gli effetti più importanti si annoverano tossicità polmonare, esacerbazione dell’aritmia e danno epatico. L’incidenza degli effetti collaterali tende ad aumentare dopo i primi 6 mesi di terapia, per mantenere poi un trend più costante dopo il primo anno.

Negli studi clinici controllati e non controllati, gli effetti collaterali più importanti associati al trattamento con amiodarone somministrato per via parenterale sono stati: ipotensione, asistole/arresto cardiaco/dissociazione elettromeccanica, shock cardiogeno, insufficienza cardiaca congestizia, bradicardia ed incremento delle transaminasi epatiche. Circa il 9% dei pazienti hanno interrotto il trattamento con amiodarone a causa degli effetti avversi (1,6% per ipotensione; 1,2% per asistole/arresto cardiaco/dissociazione elettromeccanica; 1,5% per shock cardiogeno).

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È evidente per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che si tratta di informazioni importanti in fase di scelta del farmaco da utilizzare, in particolare se c’è un’alternativa più sicura.

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Lecce, 10 aprile 2013
Giovanni D’AGATA

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