A conferma di quanto stiamo ribadendo come “Sportello dei Diritti”, soggiungono le inchieste del capo corrispondente medico della CBS News, Jon LaPook, che per aver indagato attraverso i suoi articoli sull’impatto nei pazienti della carenza di farmaci oncologici a cui si sta assistendo non solo negli Usa ma anche nel Nostro Paese è stato appena insignito dell’Emmy award.
Tra i farmaci per i quali è stata denunciata la carenza o l’assenza in Italia si segnalano la carmustina fondamentale per il trapianto di midollo nei linfomi, il 5-fluorouracile usato nei tumori gastroenterici e del capo e collo, la bleomicinausata in certi linfomi e nel tumore del testicolo e la doxorubicina liposomiale utilizzata per il trattamento del carcinoma dell’ovaio e del mieloma.
Come emerso dalle inchieste di Jon LaPook, dal 2006 negli USA la carenza periodica di farmaci affligge pazienti e medici, non solo in oncologia, obbligando i medici a ritardare i trattamenti o a scegliere terapie alternative disponibili al momento o con farmaci sperimentali.
In merito alla questione, le case farmaceutiche hanno opposto varie cause tra cui i problemi connessi alla qualità della produzione, soprattutto dei farmaci in fiale, ma il sospetto è che effettivamente sia il basso costo e quindi i bassi profitti a spingere le multinazionali a interrompere le produzioni. Va detto che almeno negli Stati Uniti è stato da tempo introdotto l’obbligo per le industrie di comunicare la mancanza dei farmaci sei mesi prima ma, come correttamente affermato da più di un commentatore o dagli esperti del settore, questa previsione di legge è una vera e propria istigazione all’accaparramento dei farmaci da parte di certe piccole aziende che poi le rivenderanno a costi molto più elevati a quegli ospedali che ne avranno necessità.
Sul punto, poi è alquanto opportuno verificare che mentre in Italia non esistono statistiche del problema, negli Stati Uniti nel 2011 il 44% degli ospedali americani riferisce di 21 e più farmaci di vario tipo dei quali hanno evidenziato la carenza negli ultimi sei mesi con un ulteriore 13% di nosocomi che ha avuto da 16 a 20 farmaci carenti ed un altro 19% da 11 a 15 farmaci carenti.
Alla luce di tale grave problema, lo “Sportello dei Diritti”, ribadisce di far proprio ciò che è stato proposto da alcuni specialisti del settore per risolvere questo che è un vero e proprio scandalo, ossia che occorre un intervento urgente del Ministero della Salute e dell’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco) affinché previa convocazione delle aziende farmaceutiche e delle associazioni degli oncologi medici italiani vengano predisposti tutti gli strumenti utili per impedire l’interruzione della produzione dei farmaci più vecchi ma ancora validi per far posto a nuovi e più costosi.
Tra le possibili misure che sono state intelligentemente proposte vi potrebbe essere quella di non approvare più i nuovi farmaci, in particolare quelli biologici oncologici prodotti dalle multinazionali e venduti a prezzi stratosferici quando queste e le loro filiali o concessionarie non producessero più quei farmaci oncologici tradizionali, i cosiddetti chemioterapici vecchi che costano molto meno ma dei quali si sente la mancanza perché in grado di contribuire a guarire certe malattie, come le leucemie acute, i linfomi, i tumori dei testicolo fra gli altri.
Inoltre, si potrebbe pensare alla creazione di un magazzino/banca centrale dipendente dal Ministero della Salute che conservi come scorta quei farmaci che possono venire a mancare negli ospedali italiani, che costano molto poco ma che sono essenziali non solo in oncologia ma anche in altre branche della medicina.
Lecce, 6 ottobre 2013
Giovanni D’AGATA