E’ stato progettato per indagare i fenomeni più violenti che avvengono nell’Universo. Buchi neri, stelle di neutroni, supernovae sono alcuni dei principali obiettivi del telescopio spaziale NuSTAR. Ma perché, oltre questi remoti oggetti, non dare uno sguardo anche al nostro vicinato? Partendo da questa domanda gli scienziati del team di NuSTAR hanno così deciso di puntare il telescopio in direzione della stella più vicina a noi: il Sole. Ed ecco davanti ai nostri occhi lo spettacolare risultato della sua prima osservazione della corona solare.
Alla ripresa del disco e della bassa atmosfera solare ottenuta dal Solar Dynamics Observatory della NASA nell’ultravioletto (in rosso-arancio) sono sovrapposte quelle di NuSTAR in verde e blu che ci svelano la radiazione di alta emessa della nostra stella. A produrla, il gas della corona riscaldato a temperature superiori a 3 milioni di kelvin.
Una ripresa mozzafiato dal punto di vista estetico e altrettanto ‘emozionante’ per i fisici solari. La capacità che possiede NuSTAR di osservare nelle alte energie la corona del sole può essere decisiva nel catturare finalmente in azione i nanoflare, ovvero mini brillamenti che sono i principali ‘indiziati’ del riscaldamento della corona, nettamente più calda della superficie del Sole: qualche milione di kelvin contro meno di 6.000.
Se da una parte la nostra stella sembra voler ancora conservare gelosamente i segreti dei mini brillamenti, dall’altra è assai generosa, anche in queste ultime ore, nel produrre quelli maxi e assai potenti. L’ultimo, di classe X, la più intensa nella scala della classificazione di questi eventi nei raggi X, è stato registrato da SDO il 19 dicembre scorso, come mostra questo video ad altissima risoluzione. Fortunatamente, pochi i problemi sulla Terra e grande, come sempre, lo spettacolo ai poli, con aurore cangianti e brillantissime.
Servizio di Marco Galliani -Media INAF
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