Molti parlamentari europei sarebbero contrari al rinnovo dell’utilizzo di questo erbicida, considerato potenzialmente cancerogeno per gli esseri umani. Ma se l’EFSA risulta misteriosamente contraria al blocco, c’è chi fa sapere che in ogni caso il parere parlamentare non è vincolante.
Sul glifosato, composto chimico alla base dei diserbanti, al Parlamento europeo è prevalsa la posizione più conservatrice. Di fronte alla proposta della Commissione europea di prolungare l’autorizzazione per altri 15 anni, la Camera di Strasburgo sembrava pronta a votare no al rinnovo. Anche sulla base della valutazione dell’organizzazione mondiale della sanità, per cui la sostanza è “probabilmente cancerogena”. Invece, si è limitata a chiedere che il rinnovo duri la metà del tempo, ovvero 7 anni. In prima linea nella battaglia – non stupisce – il gruppo dei Verdi.
“Secondo le norme europee sui pesticidi, l’autorizzazione non può essere rinnovata, proprio perché l’organizzazione mondiale della sanità ha definito “probabilmente cancerogena” la sostanza”, così ai microfoni Euronews la copresidente del gruppo, Rebecca Harms.
Il parere, però, è esattamente opposto a quello dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, Efsa.
I Verdi hanno promosso anche un test delle urine agli eurodeputati, per dimostrare la presenza del principio attivo. Una prova a cui il Commissario responsabile del dossier ha preferito sottrarsi.
Vytenis Andriukaitis
Commissario alla Salute e sicurezza alimentare
“Questo tipo di test può essere fatto solo nel contesto di uno studio clinico valido dal punto di vista statistico. Vorrei evitare i giochi politici, sta alla sfera medica occuparsene, non alla politica”.
Il parere del Parlamento, comunque, non è vincolante. A decidere sarà un comitato che riunisce esperti dei Paesi membri e che si riunirà il 18 e 19 maggio.