Ruoppolo Teleacras – Arresto Arnone, come e perchè…



Il servizio di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) Teleacras Agrigento del 14 novembre 2016.
L’avvocato Arnone replica : “Non si tratta di estorsione ma di una regolare e concordata transazione”. La Procura ribatte : “Documento artatamente predisposto da Arnone, senza mandato della parte rappresentata” .
Ecco il testo :
L’ avvocato Giuseppe Arnone è stato arrestato dalla Squadra mobile, come annuncia ufficialmente il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, “perché sorpreso nella flagranza del reato di estorsione a danno dell’ avvocato Francesca Picone”. E poi spiega : “Si tratta della estorsione di 50 mila euro che Arnone avrebbe richiesto alla Picone per non sollevare clamore mediatico su una precedente vicenda giudiziaria in cui la Picone è imputata per irregolarità nei confronti di alcuni suoi clienti successivamente assistiti proprio dallo stesso Giuseppe Arnone”. E poi, ancora più nel dettaglio, la Procura aggiunge : “La Squadra Mobile è intervenuta al momento del pagamento delle prime 2 rate della pretesa estorsiva, nello studio professionale dell’ avvocato Picone, sequestrando ad Arnone 2 assegni per complessivi 14 mila euro, emessi dalla Picone a favore di Arnone”. Nel frattempo, tramite la mail di Arnone e su carta intestata ‘avvocato Giuseppe Arnone’, è stata diffusa una replica difensiva di Arnone, sostenendo che non si tratta affatto di una estorsione ma di una regolare e concordata transazione. E nella replica si spiega : “La transazione è stata firmata sabato 12 novembre alle ore 9 tra l’avvocato Arnone e l’avvocato Francesca Picone, e per tale transazione l’avvocato Picone ha consegnato all’ avvocato Arnone 2 assegni per complessivi 14 mila euro. Appena fuori dallo studio della Picone, l’ avvocato Arnone, accompagnato dall’ avvocato Luigi Restivo, è stato fermato dai poliziotti della Squadra mobile e condotto in Questura in stato di fermo, che poi è stato trasformato in arresto. Ebbene, il prossimo 22 novembre è in calendario la prima udienza preliminare a carico dell’ avvocato Picone, imputata di estorsione a danno della signora Cinzia Barbiere, difesa dall’ avvocato Arnone, alla quale l’avvocato Picone avrebbe estorto 15 mila euro per le controversie relative all’invalidità dei suoi due figli minori. Dunque, su iniziativa della stessa avvocato Picone è stata avviata una trattativa per la composizione di tale causa coinvolgendo ben 5 avvocati di Agrigento, e la mattina di sabato 12 novembre tale trattativa si sarebbe conclusa con la firma della transazione. Gli avvocati coinvolti sono, oltre Arnone, gli avvocati Francesca Picone, Maria Alba Nicotra, Ottavia Palumbo e Diego Galluzzo. E su tutto ciò possono essere anche ascoltati gli avvocati Daniela Principato e Luigi Restivo, collaboratori dello studio legale di Arnone. Le trattative della transazione si sono svolte attraverso messaggi di posta elettronica certificata, su iniziativa della presunta vittima dell’ estorsione, e con il pagamento a mezzo di assegni bancari. In conclusione si rileva che sarebbe stato opportuno che il pubblico ministero Carlo Cinque si fosse astenuto dal condurre in prima persona le indagini, in ragione di precedenti episodi di contrasto con l’avvocato Arnone”. Ancora ebbene, la Procura della Repubblica di Agrigento replica alla tesi della regolare e concordata transazione, e ribatte : “La Procura della Repubblica di Agrigento, valutati gli atti trasmessi dalla Squadra mobile di Agrigento e l’ulteriore attività di indagine compiuta, al fine di fornire alla opinione pubblica una corretta e non fuorviante rappresentazione dei fatti, comunica che l’arresto in flagranza di reato dell’avvocato Giuseppe Arnone è stato preceduto da una pregnante e rilevante attività di intercettazione di comunicazioni, ed è stato seguito dall’acquisizione di robuste prove testimoniali a riscontro. Dalle prove fin qui raccolte, che saranno offerte al doveroso vaglio del Giudice della convalida dell’ arresto, emerge che il contratto di transazione esibito dalla difesa dell’indagato è documento artatamente predisposto dallo stesso indagato Arnone, che ha agito senza espresso mandato della parte rappresentata (quindi la signora Barbiere), a fini di esclusivo illecito arricchimento privato e tenendo la persona offesa sotto il ricatto di una campagna mediatica che ne avrebbe irrimediabilmente distrutto la vita privata e professionale”.

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