Dieci animali scomparsi a causa dell’uomo

10 animali estinti a causa dell’ uomo tra i quali il Dodo, l’Alca Impenne o pinguino del polo nord, La Vacca di mare di Stelle parente del Lamantino e del Dugongo, Il Moa Gigante, la tigre o lupo della tasmania, il lupo di Hokkaido in Giappone, Il Quagga una sorta di Zebra, e la testuggine gigante. Qui sotto l’elenco con alcune immagini:

1 – il Dodo:

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Si trattava di un uccello non volatore dell’isola di Mauritius che si nutriva di frutti e nidificava a terra. Si estinse rapidamente nella seconda metà del XVII secolo in seguito all’arrivo sull’isola dei portoghesi prima e degli olandesi poi. Secondo l’esperto di Dodo, paleontologo ed artista Julian Pender Hume, l’aspetto del Dodo non era quello goffo diffuso dai musei (che per la loro ricostruzione avevano spesso riutilizzato parti di altri uccelli). Non a caso, nel museo di Oxford sono custoditi i resti originali ma danneggiati di una testa ed una zampa di Dodo:

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In un VIDEO, Hume cerca di ridisegnare l’aspetto del Dodo in base ai resti originali dell’uccello estinto:

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2 – L’Alca Impenne (o pinguino del polo nord)

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Il Pinguinus impennis era un uccello incapace di volare della famiglia degli Alcidi, scomparso attorno alla metà del XIX secolo. Esso rappresentava l’unica specie giunta fino all’epoca storica del genere Pinguinus Bonnaterre, 1791, un gruppo di uccelli che comprendeva originariamente anche un’altra specie di alca gigante incapace di volare che un tempo viveva sulle coste dell’Atlantico. Il 3 luglio 1844, gli ultimi due esemplari confermati vennero abbattuti a Eldey, al largo delle coste dell’Islanda, e con essi andò distrutto anche l’ultimo tentativo noto di riproduzione.

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3 – la ritina di Steller (chiamata anche “vacca di mare”):

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L’Hydrodamalis gigas (Zimmermann, 1780) era un grosso mammifero marino acquatico erbivoro che rappresentava il più grande dell’ordine dei Sireni, comprendente anche dei suoi stretti parenti attuali, il dugongo (Dugong dugon) ed i manati (gen. Trichechus), e «fatta eccezione per le grandi balene, probabilmente il più grande mammifero vissuto in tempi storici».

4 – il Moa Gigante:

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Il dinornite o moa gigante (gen. Dinornis, Owen 1843) è stato un uccello appartenente ai dinornitiformi (noti anche come moa). Visse tra il Pleistocene e l’Olocene e si estinse verso il 1500. I suoi resti fossili e subfossili sono stati ritrovati in Nuova Zelanda. È considerato l’uccello più alto mai esistito. Qui sotto i resti mummificati di una vera zampa di Moa Gigante custodita nel Museo di Storia Naturale:

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Quando arrivarono i coloni Polinesiani, i moa vennero cacciati attivamente e nel giro di poche centinaia di anni si estinsero (Perry et al., 2014); gli ultimi esemplari scomparvero intorno al 1500. Si suppone che il moa gigante, in particolare, si estinse circa 300 anni prima dell’arrivo degli europei. 

5 – Il tilacino:(Thylacinus cynocephalus Harris, 1808), noto anche coi nomi di lupo marsupiale, tigre della Tasmania o lupo della Tasmania, è un marsupiale carnivoro estinto vissuto in Australia, Tasmania e Nuova Guinea. Il sistema di taglie, unito all’odio degli allevatori per i continui attacchi al loro bestiame e all’introduzione di cani rinselvatichiti che poi diedero alla luce la specie dei Dingo, causarono l’estinzione del tilacino, avvenuta nel 1936. Sono in atto ricerche per tentare di riportare l’animale in vita attraverso la clonazione.

 

 

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6 – il lupo di Hokkaido:

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(Canis lupus hattai Kishida, 1931), noto in Giappone come lupo ezo (エゾオオカミ(蝦夷狼) Ezo Ōkami?), è una delle due sottospecie estinte di Canis lupus note in passato col nome collettivo di lupo del Giappone. L’altra è il lupo di Honshū. Dichiarato pericoloso per l’allevamento (allora incoraggiato dal governo Meiji), divenne il bersaglio di cacciatori di taglie e di intense campagne di avvelenamento. Durante questo periodo l’isola di Hokkaidō conobbe un notevole sviluppo industriale e il lupo subì anche le varie conseguenze indotte dalla distruzione dell’habitat.

 

7 – il Quagga;

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Si trattava di un equino appartenuto ad una sottospecie estinta della zebra delle pianure, che un tempo viveva in Sudafrica (Provincia del Capo e zona meridionale dello Stato Libero dell’Orange). Si estinse in tempi recenti. Alcuni ricercatori hanno promosso tentativi di ricostruzione della specie attraverso progetti che consistono nell’incrocio tra le specie più vicine a quella estinta.

 

Qui sotto la foto che ritrae una femmina di quagga presso lo Zoo di Londra nel 1864:

8 – a testuggine gigante di Mauritius a cupola:

(Cylindraspis triserrata) era una specie di testuggine della famiglia dei Testudinidi. Era endemica di Mauritius. Gli ultimi avvistamenti risalgono agli inizi del XIX secolo. Nel 1673 Herbert Hugo, un ufficiale francese, dovette recarsi in alcune isole assai lontane dalla costa per poter trovare qualche testuggine e il suo resoconto del viaggio raccontò anche del massacro perpetrato dai suini ai danni delle giovani testuggini e delle loro uova deposte sotto la sabbia. Nel 1760 i giganti di Mauritius se ne erano già andati: infatti, i branchi che vivono attualmente sull’isola sono i discendenti delle testuggini prese da Aldabra e portate lì.

9 – la tigre del Caspio:

(Panthera tigris virgata Illiger, 1815), nota anche come tigre del Turan e tigre dell’Ircania, è una sottospecie estinta di tigre, sopravvissuta fino agli inizi degli anni ’70 del Novecento. Con la tigre siberiana e quella del Bengala, la tigre del Caspio è stato il più grande felino vissuto in epoca storica, nonché uno dei più grandi Felidi mai esistiti.

Il declino delle tigri del Caspio iniziò con la colonizzazione russa del Turkestan alla fine del XIX secolo. Gli animali furono cacciati ed infine si estinsero.

10: il lupo Il lupo di Honshu

(Canis lupus hodophilax), anche detto lupo nano del Giappone (in lingua giapponese 日本狼 o ニホンオオカミ, Nihon Ōkami).  E’ una sottospecie estinta di lupo che, come il lupo di Hokkaidō (Canis lupus hattai, anch’esso estinto), viveva in Giappone.  Questo animale è piuttosto diverso dalla sottospecie nominale di lupo, al punto che il naturalista olandese Temminck lo classificò come specie a sé stante, col nome di Canis hodophilax.

Tutti questi casi di animali estinti in epoche recenti ci fanno rendere conto di quanto l’allarme di “rischio estinzione” sia reale per le specie ancora oggi viventi ma minacciate dall’uomo o da specie da esso introdotte. Ieri come oggi, il problema è sempre lo stesso: la presunzione di plasmare il mondo come pare e piace in base alle convenienze economiche e consumistiche di una società che troppo spesso (almeno sino ad oggi) non ha dimostrato un considerevole rispetto per la biodiversità del pianeta.  Nel periodo della restaurazione Meiji, il forzato sviluppo al quale il Giappone andava incontro portò alla deforestazione di ampie porzioni delle isole in cui questi animali erano diffusi, creando numerose occasioni di attrito con l’uomo; l’istituzione di una taglia (7 yen per ogni lupo, da 1878 al 1882, 10 yen dal 1888 in poi) fu un ottimo pretesto per scatenere una scia di massacri che portò all’estinzione entrambe le sottospecie di lupo presenti in Giappone, le cui condizioni erano già precarie a causa di un’estesa epidemia di rabbia.

Il risultato è un mondo più povero, con meno probabilità di prosperità e terre meno fertili. Un mondo che invece andrebbe difeso visto il già notevole numero di estinzioni causate dall’uomo.

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