Ben 384 ore complessive, ovvero l’equivalente di 16 giorni ininterrotti di osservazioni con il radiotelescopio Very Large Array negli Stati Uniti, hanno permesso a un team internazionale di astronomi, tra cui Marco Bondi, Gianni Zamorani e Paolo Ciliegi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, di ottenere una serie di dettagliate e profonde immagini dell’universo nelle onde radio, tra le migliori mai realizzate finora. L’enorme mole di dati raccolti da questo progetto, denominato VLA-COSMOS 3GHz Large Project e guidato da ricercatori dell’Università di Zagabria, permetterà agli scienziati di ottenere preziose informazioni sulle proprietà e sull’evoluzione delle circa 11 mila galassie individuate dalla survey che abbracciano un arco di tempo di circa 13 miliardi di anni, praticamente quasi tutta l’età dell’universo stesso, che oggi stimiamo essere di 13,6 miliardi di anni.
Gli astronomi intanto hanno già utilizzato le nuove osservazioni per studiare come la quantità di onde radio provenienti da una galassia è legata al ritmo con il quale la galassia sta formando nuove stelle, ma anche come questo ritmo sia cambiato nel corso della storia dell’universo, scoprendo che il tasso di formazione stellare ha raggiunto il suo massimo quando l’universo aveva circa 2,5 miliardi di anni, ovvero un quinto della sua età attuale.
Il VLA-COSMOS 3 GHz Large Project getta inoltre nuova luce anche sulle galassie che ospitano nelle loro zone centrali buchi neri supermassicci in accrescimento, ovvero i Nuclei Galattici Attivi o AGN in breve. Gli astronomi hanno infatti scoperto più di mille AGN che sembrano galassie “normali” ad ogni altra lunghezza d’onda. Solo l’emissione radio rivela la loro attività nascosta.
Servizio di Marco Galliani – Media INAF
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