Già precedenti analisi di questo tipo avevano mostrato tassi elevati, compresi tra il 20 e il 53% in eccesso rispetto le soglie di tollerabilità. Tali dati dovrebbero preoccupare e non poco anche le autorità di vigilanza alimentare europee e italiane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che alla luce dell’allarme lanciato dalla vicina Svizzera rilancia la necessità di un’intensificazione dei controlli a campione sui prodotti importati dalle aree indicate per evitare facili allarmismi o ancor peggio, la possibilità che vengano messi in commercio e sulle tavole italiane verdure e ortaggi contaminati.
“Veleni nelle verdure asiatiche”, preoccupazioni dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare
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