Non è detto che l’asilo nido faccia sempre bene al bambino. A distanza di anni, infatti, il loro quoziente intellettivo può risultare ridotto fino a cinque punti rispetto a quello che si rileva nei coetanei che hanno trascorso i primi anni di vita in compagnia di un genitore o di una babysitter o di nonni.
I dati emergono da una ricerca presentata durante il Forum della Società Italiana dei Medici Pediatri (SIMPe) e dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), in corso a Bologna. A illustrarli sono stati tre docenti del dipartimento di scienze economiche dell’ateneo felsineo: Margherita Fort, Giulio Zanella e Andrea Ichino. Negli ultimi tempi sono molti coloro che pensano che un bambino debba iniziare da subito a socializzare con i suoi coetanei, infatti è cresciuta di molto la quota di iscritti negli asili nido.
Lo studio ha visto coinvolte circa cinquecento famiglie che fra il 2001 e il 2005 avevano fatto richiesta di iscrivere il proprio figlio a uno degli asili nido pubblici del Comune di Bologna. I ricercatori hanno raccolto i dati di circa settemila bambini, ma si sono poi concentrati su quelli che in graduatoria erano immediatamente sopra o sotto la linea di demarcazione indicata dal numero di posti disponibili. Le famiglie interessate sono state poi ricontattate quando i figli avevano dagli otto ai tredici anni per sottoporre quelli che nel frattempo s’accingevano a diventare adolescenti o già lo erano a dei test per misurare il quoziente intellettivo, per valutare la presenza di disturbi comportamentali e lo sviluppo della personalità. È così emerso che i valori rilevati tra chi aveva frequentato il nido erano in media più bassi rispetto a chi aveva trascorso i primi anni di vita con un adulto.
Secondo Giulio Zanella, l’asilo è un luogo di socializzazione quando i bambini sono più grandicelli, a meno di uno o due anni di vita le interazioni sociali con i coetanei presenti al nido sono pressoché nulle e conta invece assai di più la presenza di un adulto che fornisca stimoli. Nel contempo però, i bambini che frequentano l’asilo registrano minori tassi di sovrappeso e obesità , tra gli otto e i tredici anni. Questo è spiegabile spiegare per l’elevata qualità dei servizi nutrizionali scolastici a Bologna, che pone le basi per un’educazione alimentare adeguata che perdura negli anni.