Le maggiori organizzazioni internazionali che si occupano di ambiente e clima: NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e WMO, l’Organizzazione meteorologica mondiale, hanno lanciato un allarme senza precedenti: Nella zona circostante il Circolo Polare Artico ci sono stati una serie di incendi che hanno emesso circa 50 megatoni ci CO2, solo nel mese di giugno.
Sono stati scoperti oltre 100 incendi tra giugno e luglio in particolare in Alaska e Siberia. Una situazione davvero drammatica.
Non è ancora scientificamente dimostrato che questi incendi siano strettamente collegati al riscaldamento globale, ma basta osservare la situazione attuale per farsi due domande: solo in Alaska, nell’ultimo anno ci sono stati oltre 369 incendi con la conseguente perdita di oltre 260mila ettari di boschi, dati che fanno preoccupare. A riguardo Merritt Turetsky, professore dell’University of Guelph, in Ontario dice:
“Alcuni incendi sono ordinaria amministrazione, anche nelle aree circostanti l’Artico. Tuttavia l’aumento della temperatura generale e un clima più asciutto generale della zona non solo rendono più infiammabili gli idrocarburi e i carburanti, ma aumenta la probabilità di autocombustioni a causa della notevole densità boschiva della zona.”
Un fenomeno senza precedenti, sicuramente Le zone del Circolo Polare Artico, sono tra le più sensibili al cambiamento globale, tanto che sono stati registrati aumenti della temperatura stagionale negli ultimi anni anche oltre i 3gradi. Un dato preoccupante che dovrebbe destare un interesse da parte di tutti i governi mondiali.
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