I bambini hanno bisogno di sorridere mentre apprendono


Un’importante riflessione dell’ Educatrice Manuela Griso in cui sottolinea che la scuola deve essere una seconda casa dove la paura è bandita e i bambini vanno con piacere. Per educare invece, spesso però si pensa che basta imporsi.

La scuola ha un grande ruolo: quello di dover seguire ogni singolo bambino e aiutarlo ad esprimere le proprie capacità, senza imposizioni e “strategia del terrore” perchè questo non è positivo e spinge il bambino ad aver paura delle relazioni esterne.
Il modo di porci è fondamentale, non lo è invece quello a cui siamo abituati oggi: programmi serrati da seguire, schede su schede da far completare, ogni bambino che deve essere uguale all’altro altrimenti viene messo da parte o additato e ripreso.

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Ogni bambino ha una sua personalità e i suoi tempi e bisognerebbe battersi affinchè ognuno si scopra pian piano da solo, per essere poi un adulto equilibrato e felice.
Ci sono ancora oggi però scuole che utilizzano castighi e punizioni e che puntano sull’autostima del bambino per poter raggiungere risultati.

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Sicuramente il carico di lavoro presente oggi non aiuta le insegnanti che devono oltre che seguire tutta la classe, anche raggiungere loro stesse degli obiettivi e questo non permette spesso di fermarsi e ascoltare davvero ciò che ogni singolo bambino vorrebbe e di cui ha bisogno.

Quindi se il problema è il sistema, bisognerebbe cambiarlo, bisognerebbe più guardare il lato umano e meno quello
tecnico, se un bambino è sereno impara anche più velocemente.

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Se va controvoglia a scuola, non si sente a suo agio e viene rimproverato, se prova ad andare controcorrente, non si raggiungeranno risultati ottimali e ne pagheranno le conseguenze in primis il bambino e poi anche l’insegnante che con molta probabilità non si sentirà in grado, cosa sbagliatissima.

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Bisogna unire le funzioni cognitive legate all’apprendimento alle emozioni, se ci sono emozioni positive il bambino apprenderà più rapidamente e più velocemente.
Se l’emozione provata è positiva anche in futuro il bambino ricorderà l’apprendimento in modo positivo, se al contrario l’emozione provata è negativa, il bambino anche in futuro si sentirà inadeguato e questo può aprire un circolo che lo farà sentire insicuro in ogni nuova esperienza d’apprendimento.

Si vivono circa 8 ore a scuola e tra ore di sonno e pasti vari, ne rimangono poche al di fuori del sistema scolastico. Quindi se si vive una situazione di malessere a scuola, ci sarà poco tempo per vivere bene, per questo bisognerebbe dare la priorità all’ambiente psichico del bambino e questo tutti gli insegnanti dovrebbero tenerlo ben in mente.

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Da alcune ricerche è emerso che 7 ragazzi su 10, di circa 13 anni, non vivono bene a scuola. Questo è dovuto dalle tante informazioni che vengono date senza rendersi conto che questo sovraccarico è collegato ad un calo di rendimento cognitivo e dell’autostima; il tutto collegato alle emozioni della noia e della colpa, che accompagnano la maggior parte degli insegnamenti: se non ci riesco mi sento in colpa o mi annoio terribilmente;
I bambini e i ragazzi hanno bisogno di relazioni umane sane, di emozioni positive, di sorridere mentre apprendono.

Paolo Mai, maestro e fondatore dell’Asilo nel Bosco e della Piccola Polis, esperto in educazione emozionale dice: “Quanti di voi negli ultimi dieci anni hanno dovuto applicare la formula del perossido di azoto? Per quanti di voi, negli ultimi 5 anni è stato importante sapere l’area del triangolo isoscele?Per chi negli ultimi due anni è stato fondamentale sapere la data della battaglia delle Termopili? O di Salamina? E invece, quante volte avete avuto a che fare nell’ultima mezz’ora con le emozioni? Negli ultimi 3 minuti? Ecco, saper gestire le emozioni fa la differenza tra malessere e benessere”. Cita la Dottoressa Lucangeli, ricordando che se si apprende con ansia o paura, sarà quello che ricorderemo. Abbiamo bisogno di cambiare per poter migliorare.

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fonte: eticamente.net

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