Un bilancio da brividi quello accertato nel corso dell’esame sul corpo di un giovane esemplare di capodoglio deceduto l’anno scorso sulle coste italiane:
Ben 23 Kg di materiale di origine artificiale e composto da plastiche furono ritrovati nello stomaco del grande cetaceo. 23 chili di plastica ammassati nel suo ventre, forse causa o concausa del suo tragico decesso. Il ritrovamento fu effettuato in località Porto Cervo (Sardegna) ma rappresenta solo uno di molteplici episodi di questo tipo. Oltre che nel mar Mediterraneo, anche nei mari e negli oceani di tutto il mondo si segnalano casi simili a quello appena descritto. Queste immagini fanno riferimento ad uno spiaggiamento avvenuto in Spagna:

Questo episodio, invece, riguarda lo spiaggiamento di ben esemplari verificatosi una spiaggia della cittadina tedesca di Toenning:
A volte si tratta di balene, altre volte di squali, in altri casi a morire sono tartarughe marine o uccelli marini. Tutti animali molto importanti per la tutela dell’ecosistema marino che spesso muoiono ben prima del loro ciclo di vita naturale e che spesso vengono ritrovati morenti sullo le spiagge. Una situazione preoccupante che deve farci riflettere: non c’è una tipologia di plastica ma tante varianti. Molte di queste riescono a resistere alle correnti marine e possono rivelarsi letali per molti animali. Una busta di plastica, ad esempio, può essere scambiata per una medusa da una tartaruga (le tartarughe marine, infatti, si nutrono anche di questi organismi marini) causando potenzialmente una tremenda morte per soffocamento. Una busta di plastica può essere scambiata per un calamaro da un capodoglio e così via. Una situazione molto preoccupante che a lungo termine può causare vere e proprie stragi, con conseguenze drammatiche per l’ambiente marino. Qualora la plastica dovesse essere ridotta in piccoli pezzi dalle correnti marine, in realtà, il pericolo non si riduce:
La plastica sminuzzata in minuscoli pezzettini, infatti, genera il preoccupante fenomeno delle lacrime di sirena, ovvero parti quasi microscopiche che i pesci possono scambiare per plancton. si tratta di elementi potenzialmente tossici che possono essere ingeriti anche dalle specie molto comuni di pesci che finiscono sulle nostre tavole. Le conseguenze, dunque, possono anche causare problemi nei confronti della nostra salute. Fortunatamente, la tematica ambientale e la tutela all’ecosistema marino è sempre più diffusa, anche in Italia: Come ricorda il National Geographic, In Italia il 26 Giugno 2020, oltre alle numerose iniziative di sensibilizzazione al giusto conferimento dei rifiuti e alle giornate di raccolta rifiuti da parte dei volontari, ci sono anche invenzioni molto originali: nel belpaese è stata inaugurata Moby Litter, la balena di ferro che mangerà simbolicamente 4 metri cubi di rifiuti di plastica marini ad Ancona. Tuttavia, non possono essere singole iniziative a salvare l’intero pianeta: tutti noi dobbiamo necessariamente contribuire insegnando le buone maniere anche ai più piccoli, spiegando loro l’importanza della raccolta differenziata e preferendo imballaggi biodegradabili al posto della pericolosa e dannosissima plastica.
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