Ortoterapia all’ospedale pediatrico Meyer, cura per la mente e l’anima.

Ortoterapia al Meyer di Firenze – © Ospedale Meyer

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Al Meyer di Firenze è attivo un progetto davvero importante, il primo in Italia. Si tratta dell’ortoterapia, partito dal 2009 e divenuto punto di riferimento importante per questa vera e propria terapia. I pazienti vengono accompagnati nel loro percorso della play therapy: seminare una pianta, curarla,farla crescere e dedicare del tempo ad essa è davvero importante per i piccoli pazienti. Aiuta soprattutto ad accettare i ricoveri, soprattutto se lunghi e le terapie a cui sottoporsi.

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Da poco tempo l’orto che si trova su via Careggi è stato nuovamente ampliato, ora è 100metri quadri. Sono stati aggiunti nuovi cassoni di legno e un gazebo coperto, oltre ad una serra per poter proteggere le piante dal freddo. Sono state seminate e vengono costantemente curate piante di rosmarino, maggiorana, timo e lavanda. Oltre a piante di fragole, pomodori, melanzane e zucchine. Inoltre molte varietà di fiori colorati.

I bambini hanno la possibilità di curare un essere vivente e questo sposta l’attenzione dalla loro condizione – dice Claudio Micheli alla redazione di intoscana.it, uno degli operatori che si occupa di questo progetto– Capiscono anche che per far crescere una pianta serve tempo e costanza, come quella che serve per le loro cure. E poi è divertente: via dagli schemi e si entra nella natura. Usciamo da un posto asettico, sterile e entriamo in uno dove ci si può sporcare. Dà un senso di normalità. Quando vengono dimessi gli regaliamo un vasetto con dentro la piantina che hanno coltivato. Una volta un bambino ci ha mandato le foto di quando a casa ha raccolto le melanzane piantate qui e la mamma che le cucinava. E’ bello”.

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Coltivare piante e fiori aiuta e cura soprattutto l’anima, ma non solo “Aiutano nella ripresa e nel decorso, ci sono anche evidenze scientifiche su questo, ma a noi basta guardare come reagiscono i bambini e i ragazzi. Qui si sentono attivi, in un posto come gli ospedali dove di solito si è passivi e indifesi”. Un bambino passato dal Meyer è diventato simbolo di questo progetto: “Ricordo questo bambino, aveva difficoltà motorie molto forti e si era chiuso nel silenzio. Pur coinvolgendolo in diversi modi, non reagiva. Un giorno ci ha visto lavorare, da solo ci ha raggiunti e ci ha chiesto cosa facevamo, come si chiamava quella pianta. Parlare dell’orto è stato il nostro solo punto di contatto e si è aperto, piano, ma si è aperto. Questo dà un senso al nostro lavoro qui”.

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Il progetto vede la realizzazione non solo dell’orto, ma anche di un grande spazio aperto, un grande giardino dove non solo i piccoli pazienti, ma anche genitori e parenti possano avere un attimo di relax. “Serve anche ai genitori e ai parenti dei degenti, per prendere fiato. Siamo uno dei pochi ospedali pediatrici in un’area verde e sfruttiamo tutte le possibilità per aumentare il benessere”. dice la dottoressa Maria Baiada a intoscana.it, referente dell’accoglienza interna dei bambini per la Fondazione Meyer.

Tutte attività di ortoterapia legate a questo progetto sono finanziate e coordinate dalla Fondazione in convenzione con la cooperativa sociale Arca di Firenze. “Abbiamo investito molto su questo campo perché fa bene all’anima e coinvolge la parte sana del bambino, lo rende attivo. C’è una letteratura vastissima su questo e sui benefici che si hanno non solo sul percorso di cura, ma in generale sulla crescita. È un approccio terapeutico diverso che porta a trasferire il bisogno di cura su un altro essere vivente e allenta il persistere della malattia. Diventa un vero e proprio alleato della terapia”.

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Questo progetto è stato sospeso solo qualche mese durante la prima ondata della pandemia nel marzo 2020, ma successivamente si è riusciti ad organizzarsi e a rimettersi a regime per poter portare avanti questo progetto cosi importante.  “Ora siamo tornati a regime, abbiamo creato una bolla intorno ai pazienti. Gli operatori e i sanitari sono tutti vaccinati, i bambini e i loro accompagnatori tamponati. La sicurezza è massima – dice la dottoressa – Purtroppo non tutti i degenti possono partecipare: i pazienti immunodepressi hanno bisogno di un grado di protezione assoluta e per loro abbiamo altre attività. Ci auguriamo presto che anche loro possano tornare presto a giocare nell’orto”.

Fonte:intoscana.it

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Foto fonte: Ortoterapia al Meyer di Firenze – © Ospedale Meyer

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