Sta facendo parlare molto di se il caso di un uomo che sarebbe stato contagiato contemporaneamente da tre distinti virus:
Secondo un rapporto pubblicato sul Journal of Infection, il paziente, il cui nome non è stato divulgato, ha sviluppato febbre, mal di gola, affaticamento, mal di testa e infiammazione della zona inguinale circa nove giorni dopo il ritorno da un viaggio di cinque giorni a Spagna. L’uomo è risultato positivo al coronavirus tre giorni dopo la comparsa dei sintomi tipici della malattia. Stando a quanto riportato poi da Newsweek, l’esame fisico dell’uomo ha rivelato anche la presenza di macchie e lesioni cutanee in varie parti del corpo, inclusa la regione perianale. Nel corso della visita, i medici hanno rilevato un modesto ingrossamento del fegato e della milza e un doloroso ingrossamento anche dei linfonodi. Inoltre, lo stesso paziente è risultato positivo all’HIV. Inoltre, il sequenziamento del genoma SARS-CoV-2 ha confermato che l’uomo era stato infettato anche dalla sottovariante Omicron BA.5.1. Secondo il giornale, l’uomo è stato vaccinato per il coronavirus con due dosi di vaccino mRNA di Pfizer. Occorre ricordare che, secondo i dati internazionali, ci sono 632,4 milioni di persone che vivono individualmente con i tre virus:
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) ha affermato che ci sono stati oltre 594 milioni di casi confermati di COVID in tutto il mondo a partire da mercoledì.
- Il Center for Disease Control and Prevention ( CDC ) ha confermato circa 44.503 casi di vaiolo delle scimmie a livello globale a partire da mercoledì.
- L’OMS ha riferito a luglio che 38,4 milioni di persone convivevano con l’HIV in tutto il mondo nel 2021.
I ricercatori hanno continuato: “I medici dovrebbero essere consapevoli della possibilità di coinfezione da SARS-CoV-2 e virus del vaiolo delle scimmie, in particolare nei soggetti con una storia recente di viaggi in aree di focolaio del vaiolo delle scimmie. Il nostro caso sottolinea che il rapporto sessuale potrebbe essere la modalità di trasmissione predominante. Pertanto, dopo una diagnosi di vaiolo delle scimmie si raccomanda uno screening completo delle IST”, si legge nel loro rapporto. Tuttavia, poiché questo è l’unico caso segnalato di vaiolo delle scimmie, COVID e HIV in tutto, non ci sono prove sufficienti per supportare che questa “combinazione possa aggravare le condizioni di [un] paziente”.
“Data l’attuale pandemia di SARS-CoV-2 e l’aumento quotidiano dei casi di vaiolo delle scimmie, i sistemi sanitari devono essere consapevoli di questa eventualità, promuovendo appropriati test diagnostici nei soggetti ad alto rischio, essenziali per il contenimento in quanto non esiste un trattamento ampiamente disponibile o profilassi”, hanno aggiunto i ricercatori. I ricercatori hanno anche affermato che poiché questo è l’unico caso segnalato di coinfezione da virus Monkeypox, COVID-19 e HIV e hanno aggiunto che non ci sono ancora prove sufficienti a sostegno del fatto che questa combinazione possa aggravare le condizioni del paziente. In pratica, se è vero che è possibile anche morire per una sola di queste malattie, è anche vero che altri soggetti possono evidentemente sopravvivere nonostante il contagio multiplo.
Fonti:
https://www.journalofinfection.com/article/S0163-4453(22)00479-0/
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