Un eccezionale evento astronomico – avvenuto secoli or sono – è stato documentato in maniera insolita persino attraverso alcune monete bizantine. E’ la scoperta archeologica effettuata da alcuni ricercatori che conferma l’esplosione di SN 1054:
Quando è esplosa la supernova SN 1054:
SN 1054 (Supernova del Granchio) è stata una supernova che fu osservata dalla Terra nella costellazione del Toro a partire dal 4 luglio 1054, calendario giuliano. L’esplosione stellare fu osservata e registrata dagli astronomi cinesi ed arabi, i quali scrissero che fu talmente brillante da risultare visibile durante il giorno per 23 giorni consecutivi e durante la notte per 653 giorni consecutivi. Situata nella nostra Galassia, la Via Lattea, ad una distanza di circa 6.500 anni luce, era quasi certamente una supernova di tipo II. Vi sono anche testimonianze lasciate da alcune popolazioni di nativi americani, come i Mimbres e gli Anasazi, che fanno presupporre che essi videro e registrarono l’esplosione di SN 1054; infatti nei pressi di Penasco Blanco vi è una pittura rupestre Anasazi che potrebbe ritrarre SN 1054. Si dice anche che una non meglio interpretata registrazione, riscontrata in diversi annali di alcuni monasteri irlandesi, fosse originariamente riferita ad SN 1054; il testo subì tuttavia delle profonde corruzioni, al punto che divenne un simbolo allegorico della prossima venuta dell’Anticristo. Quello che attualmente resta di SN 1054 è la Nebulosa del Granchio, detta anche Messier 1 o M1 poiché fu il primo oggetto inserito da Charles Messier nel suo celebre catalogo nel 1774:
La supernova SN 1054 nelle monete bizantine:
“Il famoso evento SN 1054 in monete coniate appositamente prodotte nell’Impero Romano d’Oriente nel 1054 d.C. Su queste monete, indaghiamo se il capo dell’Imperatore, Costantino IX, potesse rappresentare il Sole con una ‘stella’ luminosa su entrambi i lati – Venere a est e SN 1054 a ovest, forse rappresentanti anche le chiese cristiane di recente scissione. Esploriamo l’idea che la stella orientale rappresenti la stabile e ben nota Venere e la Chiesa ortodossa orientale, mentre la stella occidentale rappresenti la “nuova stella” di breve durata e la chiesa cattolica occidentale “in dissolvenza”” – ricordano gli scienziati che hanno poi aggiunto:
“Abbiamo esaminato 36 monete di questo raro lotto di Costantino IX Classe IV. Sebbene nessuna data esatta possa essere associata a nessuna di queste monete, molto probabilmente furono coniate durante gli ultimi sei mesi del governo di Costantino IX nel 1054. Ipotizziamo che la posizione della chiesa riguardo all’ordine dell’Universo, così come il caos che circonda il Grande Scisma, abbia giocato un ruolo cruciale nell’impedire la segnalazione ufficiale di un evento evidente nel cielo, eppure un pericoloso presagio. Anche una coincidenza temporale di tutti questi eventi potrebbe essere una spiegazione ragionevole”.
“In un lavoro precedente” – spiegano sempre gli scienziati – “stabiliamo che gli acclamati documenti “arabi” di SN 1054 di ibn Butlan provengono dall’Europa. Inoltre, abbiamo ricostruito il cielo europeo al momento dell’evento e abbiamo scoperto che la “stella nuova” (SN 1054) si trovava a ovest mentre il pianeta Venere si trovava sul lato opposto del cielo (a est) con il Sole situato direttamente tra questi due oggetti ugualmente luminosi, come documentato nei documenti dell’Asia orientale. Indaghiamo qui le incisioni su lapidi (stećci) di diverse necropoli dell’odierna Bosnia ed Erzegovina (lontane dall’influenza della Chiesa) come possibile ‘record’ europeo di SN 1054. Certamente, conoscenza e comprensione degli eventi celesti ( come le supernove) erano piuttosto povere a metà dell’XI secolo”. C’è da ricordare anche che questo non è il primo reperto che documenta l’esplosione della stessa supernova. La pittura rupestre del Chaco Canyon – opera degli indios Anasazi – ritrae la luna assieme a SN 1054:
Fonti:
https://www.livescience.com/byzantine-coin-supernova-1054
https://arxiv.org/abs/2206.00392
https://phys.org/news/2022-06-ancient-coins-supernova.html
https://ui.adsabs.harvard.edu/abs/2021arXiv210502119F/abstract
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