Scheletro umano di oltre 3.000 anni, scoperto dagli archeologi nella contea di Botoşani in Romania: “Appartiene alla cultura Yamnaya”

Uno scheletro umano di oltre 3.000 anni è stato ritrovato a seguito di scavi archeologici nella contea di Botoșani, in Romania. È stato trasferito a Iasi per essere analizzato da specialisti. Un team composto da archeologi del Botoşani County Museum, in collaborazione con archeologi e antropologi dell’Istituto di Archeologia di Iasi, nonché archeologi dell’Università di Opava e del Museo della Slesia nella Repubblica Ceca, ha effettuato gli scavi archeologici .

A partire dal 2018, abbiamo svolto ricerche di superficie nella zona e durante una visita sul campo, insieme ai colleghi dell’Istituto di Archeologia di Iasi, abbiamo individuato le tracce di due tumuli, due grandi monumenti funerari, piuttosto spianati a causa dell’agricoltura e che recentemente abbiamo deciso di studiare, visto che si deteriorano ogni anno sempre di più.

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Ho seguito il recupero delle informazioni scientifiche, per la maggior parte, nonché la documentazione delle tracce lasciate, individuando per ora un solo scheletro.

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Lo scheletro appartiene all’inizio dell’età del bronzo, rispettivamente alla cultura Yamnaya, che è piuttosto poco conosciuta nel territorio della contea di Botoşani”, ha detto il capo della sezione archeologica del Museo della contea di Botoşani, Adela Kovacs.

Ha anche aggiunto che lo scheletro si riferisce a “rituali funebri praticati in quel momento”.

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“Lo scheletro conserva tracce di ocra rossa, sostanza che veniva posta sul defunto, nella zona del capo e nella zona dei piedi, a sottolineare un rito legato alla rinascita, al sangue, all’altro mondo.

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La posizione del corpo è curva. Inizialmente, era posto sulla schiena, con le ginocchia portate al petto, suggerendo la posizione fetale. Questa posizione del bambino rappresenta la resa della terra per una futura nascita”, ha spiegato Ana Kovacs, secondo Agerpres .

Gli Yamnaya sono il popolo misterioso, gli antenati degli europei di oggi, secondo una teoria che è tornata all’attenzione degli specialisti e del grande pubblico, sostenuta da sempre più storici, bioantropologi e genetisti, alla luce di nuove ricerche fatte con il taglio tecnologia all’avanguardia.

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Si tratta di una sorpresa di grandi proporzioni, una teoria che non è citata in nessun libro di storia – che gli europei discendono da un popolo guerriero – gli Yamnaya – che, oltre cinquemila anni fa, provenivano dal nord del Mar Nero e conquistarono Europa. L’analisi del genoma umano, con i mezzi tecnici e scientifici di oggi, ha mostrato che quasi il 40% dei nostri geni è ereditato da questi guerrieri.

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