«Le piante urlano quando soffrono»: il video con il «pianto» di pomodori e tabacco pubblicato dai ricercatori

Le piante soffrono come noi umani? Non proprio, ma il concetto di sofferenza non sarebbe estraneo alle forme di vita del mondo vegetale:

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A confermarlo sono i ricercatori della Tel-Aviv University autori di una ricerca scientifica pubblicata sulla nota rivista specializzata Cell e poi anche sull’altrettanto nota Nature. Nello studio scientifico, Lilach Hadany ed i suoi cholleghi dell’università israeliana hanno circondato le piante di microfoni ultrasensibili riuscendo così a dar «voce» ad una pianta di tabacco e ad una di pomodoro registrando suoni non udibili alle orecchie di noi esseri umani. Quando potate o non innaffiate per lungo tempo, le due piantine hanno emesso dei suoni che, una volta velocizzati in post-produzione, ricordavano «degli scoppi di popcorn», come nota Hadany. Non si tratta di “urla” vere e proprie ma nemmeno di una fake news:

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Secondo la ricerca, tale fenomeno sarebbe da associare allo xilema, il tessuto vegetale composto da una sorta di «tubicini» che trasportano acqua e sostanze nutritive dalle radici verso steli e foglie. Questi potrebbero emettere un timido suono al momendo dello schiocco che quindi è udibile attraverso gli strumenti giusti. Nello specifico, si tratta di ultrasuoni classificabili tra i 20 e i 100 kilohertz inavvertibili dal nostro orecchio (tranne rarissimi casi, l’umano si ferma a 16 kilohertz) ma che potrebbero essere sentiti da altri animali come topi, pipistrelli e falene:

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Attraverso la tecnica di machine learning, gli scienziati hanno ricostruito l’ultrasuono emesso dalle piante con un’accuratezza del 70%. Due volte su tre insomma, le macchine sono state in grado di riconoscere se le piante stessero comunicando il taglio di una loro sezione o la carenza d’acqua. Non solo:

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Oltre a tabacco e pomodoro, infatti, anche la piante di grano (Triticum aestivum), mais (Zea mays) e uva (Vitis vinifera) hanno emesso a loro volta dei rumori quando “avevano sete”. Lo studio rappresenta un lavoro pioneristico nel suo genere e non va confuso dalla musica prodotta dalla conversione degli impulsi elettrici delle piante:

La stessa squadra di Hadany aveva già dimostrato che le piante posso anche ascoltare: da uno studio del 2019 emerge che alcune primule (Oenothera drummondii) rilasciano un nettare più dolce quando sono esposte al suono di un’ape in volo. I micologi invece hanno dimostrato che il micelio, la lunga rete sotterranea creata dai funghi, mette in comunicazione tra loro gli alberi consentendo anche il transito di sostanze nutritive da un esemplare sano verso un simile in difficoltà. Link video:

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