L’amore nella scienza: bimbi che tornano in vita grazie all’abbraccio della mamma

Che possa avere un significato che si affaccia al discorso filosofico più che scientifico è probabilmente a causa dell’impressione che una notizia del genere ha sulla nostra immaginazione. Ma fatto sta che adesso ci sono studi scientifici che approvano che l'”amore” di una mamma non è semplicemente un affettuoso sentimento istintivo del genitore nei confronti del figlio, ma anche un meccanismo piuttosto complesso che a quanto pare può rendersi utile anche nelle situazioni più drammatiche della vita del bambino. In questo articolo affronteremo due diversi esempi, uno è uno studio scientifico, l’altro un evento a dir poco eccezionale, considerato a distanza di poco tempo un vero e proprio miracolo. Lo studio scientifico proviene da Rebecca Slater, ricercatrice inglese dell’University College, che con la sua squadra ha osservato ben 59 neonati soggetti al prelievo di sangue al tallone, di quelli che si fanno per i normali screening di controllo sul nuovo arrivato. Ebbene, dallo studio si evince che i bambini sottoposti alla puntura e che sono stati subito tranquillizzati con dell’acqua zuccherata hanno dimostrato di non calmarsi del tutto rispetto a chi invece sarebbe soggetto ad un semplice abbraccio della mamma. Abbracciare il neonato sarebbe quindi la migliore “cura” per calmarlo. Ma non è tutto, il significato scientifico della notizia stessa potrebbe ulteriormente allargare il suo valore se consideriamo all’incredibile storia di Kate, donna australiana e madre di Jamie Ogg, il neonato morto dalla nascita che miracolosamente è tornato in vita dopo essere stato coccolato ripetutamente dalla madre, che racconta: “Il medico mi chiese, dopo il parto, se avevamo già dato un nome a nostro figlio. Io gli dissi che si chiamava Jamie, e lui tornò da me con il bimbo in braccio dicendomi: ‘Abbiamo perso Jamie, non ce l’ha fatta.

Mi dispiace’. E’ stata la peggior sensazione che abbia mai provato – presi Jamie in braccio, lo strinsi a me. Le sue braccia e le sue gambe penzolavano dal suo corpo, non si muoveva. Io e David abbiamo iniziato a parlargli, gli abbiamo detto il suo nome e che aveva una sorella, gli abbiamo deto ciò che avremmo voluto che facesse nella sua vita. Dopo un po’, ha iniziato a muoversi, a respirare ancora. Ho pensato ‘Mio Dio, cosa succede?’, e dopo pochi secondi ha riaperto gli occhi. E’ stato un miracolo. Siamo i genitori più fortunati del mondo”. La scienza fa miracoli, e anche l’abbraccio della mamma.

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