“Tu, io, non, che, noi, per dare, che, questo, che cosa, l’uomo / maschio, voi, vecchio, madre, a sentire, a mano, il fuoco, per tirare, nero, a flusso, corteccia, cenere, a sputare, verme”.
Quelle sopra elencate risulterebbero le parole più antiche utilizzate dal genere umano, già da 15.000 anni secondo un nuovo studio.
In questo studio, un team di linguisti dell’Università di Reading ha trovato indizi che testimonierebbero come molte lingue moderne – tra cui, ma non limitato a inglese, russo, portoghese, e altre – discendono da un’unica lingua ancestrale di circa 15.000 anni fa. “Tutte in Eurasia possono far risalire la loro ascendenza linguistica di nuovo gruppo o gruppi di persone che vivevano intorno ai 15.000 anni fa, probabilmente in Europa meridionale, mentre le lastre di ghiaccio si stavano ritirando,” afferma Mark Pagel, biologo evoluzionista all’Università di Reading.
Come hanno fatto i ricercatori a scoprire tutto ciò? Hanno analizzato una manciata di parole in diverse lingue che si assomigliano nel suono, l’aspetto e significato. Questi termini affini – come father (inglese) e Padre (Italiano) – sono indicati come “affini”.
Utilizzando queste parole con suono simile come indicatori stradali, la squadra ha analizzato 23 “parole ultraconservate” che, sembrerebberi vagamente familiari ai nostri antichi antenati 150 secoli fa. Queste parole sono appunto quelle elencate sopra all’inizio di questo articolo.
Oltre alla indo-europea, sono incluse le famiglie di lingua altaica (i cui membri includono moderno turco, uzbeko e mongolo); Chukchi-Kamchatkan (lingue del lontano nord-est della Siberia); dravidica (lingue del sud dell’India); Inuit-Yupik (lingue artiche) , Kartveliano (lingue affini georgiane e tre) e uraliche (finlandese, ungherese e pochi altri).
Così come fa il nostro pronome originale, “tu”, ad adattarsi? Secondo i ricercatori, è l’unica parola per avere un affine in tutte le sette famiglie linguistiche.