L’articolo, appena uscito su The Astrophysical Journal Letters, s’intitola “abbondanze d’H2O nelle atmosfere di tre gioviani caldi”. Ma se c’è una cosa che proprio non abbonda, da quelle parti, è l’acqua: gli strumenti del telescopio spaziale Hubble hanno misurato una concentrazione di vapor d’acqua da decine a migliaia di volte inferiore a quanto suggerito dai modelli.
Tre pianeti dannatamente secchi, dunque. Al punto da lasciare secchi pure gli scienziati, che ora iniziano dubitare parecchio della loro capacità di misurare la quantità d’acqua presente dei pianeti extrasolari simili alla Terra.
La teoria prevederebbe, per pianeti come questi, una copiosa quantità d’ossigeno, elemento che in atmosfera dovrebbe assumere la forma di vapore acqueo. L’averne registrato così poco solleva pesanti interrogativi sulla nostra effettiva comprensione dei processi chimici che hanno luogo nel corso della formazione planetaria.
La sorprendente misura è stata realizzata analizzando gli spettri nel vicino infrarosso ottenuti da Hubble osservando tre pianeti extrasolari, distanti fra i 60 e i 900 anni luce da noi, noti come HD 189733b, HD 209458b, e WASP-12b. Le loro temperature elevate, stimate fra i 900 e i 2200 gradi, li rendono candidati ideali per la rilevazione di vapor d’acqua in atmosfera.
Una misura in particolare, quella relativa ad HD 209458b, è la più precisa che sia mai stata effettuata per un qualsiasi composto chimico in un pianeta al di fuori del Sistema solare. Così precisa da permettere agli scienziati d’affermare con una certezza senza precedenti d’aver trovato acqua in un pianeta extrasolare. Peccato che sia incredibilmente poca.
Servizio di Marco Malaspina – Fonte: www.media.inaf.it
