Iraq: la testimonianza di un sopravvissuto al massacro


Un intero villaggio annientato dall’Isis, uomini giustiziati sul posto e donne sequestrate: non resta quasi nessuno a Kocho, dove viveva una comunità di Yazidi, nell’Iraq settentrionale. Avevano rifiutato di convertirsi all’Islam, per questo sono stati massacrati.

È il fratello del sindaco a raccontare di essersi salvato nascondendosi sotto i cadaveri: “Hanno separato donne e bambini dagli uomini – spiega -, uomini da una parte, donne e bambini dall’altra. Hanno preso i loro documenti, oro, e le loro cose. Poi hanno preso gli uomini, divisi in gruppi, e li hanno portati in macchina fuori dal villaggio, li hanno uccisi tutti, non c’era più un uomo nel villaggio. E quindi hanno caricato le donne e le hanno portate da qualche parte verso Shingal, non so dove le abbiano portate”.

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Le vittime sono probabilmente molte più di quanto detto finora: c’erano 175 famiglie, poche sono riuscite a fuggire prima dell’assedio e poi del massacro. I morti potrebbero essere oltre quattrocento, e più di mille donne e bambini sequestrati. Ora sono rimaste solo sette persone, che in mattinata ricevevano le condoglianze dei dignitari Yazidi dei dintorni.

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