Come funziona la propulsione wireless a microonde – Nicola Tesla docet


La startup Escape Dynamics intende usare motori di navicelle alimentati da fasci di microonde generate da una serie di antenne poste a terra. In definitiva un trasferimento wireless di energia da postazioni fisse a razzi che vanno nello spazio.

Insomma secondo me Nikola Tesla sarebbe proprio contento! Ma vediamo meglio di cosa si tratta.
I ricercatori dell’escape dynamics si sono posti l’obiettivo di usare enormi batterie per accumulare energia da qualsiasi fonte , dalla rete elettrica o da energie rinnovabili come pannelli solari, turbine eoliche … . Non appena le batterie sono cariche e la navicella spaziale è pronta a decollare, le microonde, colpirebbero uno schermo termico sul fondo del velivolo, alimentando un motore elettromagnetico che scalderebbe a sua volta le molecole di idrogeno nel serbatoio della navicella. Si otterrebbe così un getto propulsivo che farebbe decollare il velivolo.

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I benefici di questo nuovo sistema potrebbero essere notevoli, dato che l’energia proverrebbe da fonti rinnovabili invece che dai consueti combustibili .

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L’Escape Dynamics sta progettando il suo primo veicolo spaziale. La fase di lancio prevede l’utilizzo di due trasmettitori a microonde da 400 megawatt l’uno, il primo sarebbe posto vicino il sito di lancio per dare la spinta iniziale al razzo e farlo decollare, l’altro a 200 chilometri lungo la traiettoria dell’aereomobile, per dargli l’ultima spinta necessaria a entrare in orbita intorno alla Terra.

Dopo aver completato un’orbita, il veicolo rientrerebbe a terra con un atterraggio orizzontale, e sarebbe pronto a volare di nuovo. Ora che i test di laboratorio sono stati completati e promettono bene, l’azienda intende procedere con test in cielo, sopra a zone desertiche. Se anche queste prove andranno bene si passerà via via alle fasi successive, fino alla costruzione di un sistema su larga scala.

Gli investitori non mancano. Se tutto dovesse andare bene l’azienda ha in programma di far partire i primi voli nel 2020. È senza dubbio un progetto a lungo termine, ma secondo i responsabili potrebbe ridurre in maniera sostanziale il costo di spedizione dei satelliti nell’orbita bassa terrestre” (Orsobyanco).

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http://escapedynamics.com/

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http://www.media.inaf.it/2014/05/12/l…

https://www.youtube.com/watch?v=8OSEI..

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