Un nuovo punto di vista
A segnalare la possibile presenza delle nuove lune è stata la variazione periodica del materiale sia nell’anello ‘alfa’, uno degli anelli più brillanti di Urano, sia nell’anello ‘beta’. In entrambi gli anelli si nota “qualcosa che rompe la simmetria”, ha osservato Matt Hedman, che ha lavorato con Chancia all’analisi dei dati del Voyager 2. I due astronomi hanno potuto notare l’anomalia grazie al lungo esercizio fatto studiando i dati della sonda Cassini, che da oltre dieci anni sta inviando spettacolari immagini degli anelli di Saturno, delle loro caratteristiche e delle lune che ospitano. Per questo Hedman e Chancia sono stati in grado di analizzare i dati della missione Voyager in modo nuovo, scoprendo analogie.
Due lune piccolissime
Secondo le prime stime le due lune sono davvero molto piccole, con un diametro compreso fra 4 e 14 chilometri. Oltre che per le loro dimensioni, sono particolarmente difficili da vedere a causa del materiale scuro che le ricopre. “Gli strumenti del Voyager 2 – ha osservato Hedman – non erano abbastanza sensibili da vederle”.