Grazie alla potenza dello spettrografo Fors2 installato sul telescopio Vlt dell’Eso in Cile, è stato per la prima volta rintracciato ossido di titanio nell’atmosfera di un mondo alieno, l’esopianeta Wasp-19b a oltre 800 anni luce di distanza, ben noto per essere uno di quelli che orbita più vicino alla propria stella, completando un giro completo in sole 19 ore. La temperatura superficiale di 2000 gradi potrebbe essere aumentata proprio dall’ossido di titanio, che agisce in atmosfera come assorbitore di calore.
Ma come si fa ad annusare un’atmosfera aliena da Terra? Quando il pianeta transita davanti alla propria stella dal nostro punto di vista, la sua atmosfera assorbe determinate lunghezze d’onda della luce che filtra attraverso, facendone passare altre. Poiché ogni molecola assorbe distinte lunghezze d’onda, gli astronomi scompongono la luce della stella nel suo spettro di colori per vedere quali lunghezze d’onda sono state assorbite.
Le bande di assorbimento scuro agiscono come impronte molecolari, rivelando la composizione chimica dell’atmosfera. Inoltre, analizzando le lunghezze d’onda dove si verifica più assorbimento, i ricercatori sono anche in grado di stabilire lo spessore e la densità dell’atmosfera. Le atmosfere degli esopianeti sono estremamente varie.
Quella di un gigante gassoso come Wasp-19b rappresenta un caso estremo, dove, nei vapori provocati dalla temperatura estrema, troviamo una miscela velenosa, con gli idrocarburi molto più abbondanti dell’acqua. La nuova informazione sulla presenza di ossidi metallici come l’ossido di titanio permetterà di sviluppare modelli molto più precisi delle atmosfere esoplanetarie, in modo che in futuro, quando gli astronomi saranno in grado di osservare le atmosfere di pianeti potenzialmente abitabili, si potrà capire meglio come interpretare quello che si sta osservando. Servizio di Stefano Parisini, Media Inaf Per saperne di più: http://bit.ly/2h3bkKg — MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/). VIDEO:
