In Italia il precariato è oramai un fenomeno di routine eppure i lavori ben stipendiati vengono in alcuni casi rifiutati. Certo, non stiamo parlando di un lavoro da svolgere comodamente in un ufficio o sulla poltrona di casa, ma sicuramente si tratta di un’offerta “standard” che, viste le ultime notizie di sfruttamento lavorativo nel belpaese, lascia non poco perplessi coloro che leggeranno questa notizia.
Parliamo dell’attività del signor Angelo Pattini, proprietario delle omonime panetterie milanesi, che negli ultimi tempi cerca personale ma con molta difficoltà. “Ho messo i cartelli subito dopo Ferragosto” – dice Pattini – “sono riuscito a prendere solo quattro persone, due delle quali sono andate via. Di curriculum ne sono arrivati tanti, abbiamo fatto colloqui e attivato diversi periodi di prova, ma non siamo riusciti a prendere quasi nessuno”.
L’uomo è veramente stupefatto del fatto che, soprattutto i giovani, preferiscono andare all’estero invece che accettare un lavoro in Italia, oltretutto di un lavoro ben retribuito, dai 1200 ai 1400 euro mensili, a seconda della mansione, per 8 ore nette. “Un barista di 55 anni dopo il mese di prova se n’è andato perché preferisce continuare a prendere la disoccupazione e fare qualche lavoretto” dice Pattini e ancora “una candidata ci ha avvertito che sarebbe venuta da noi se non le avessero concesso gli ammortizzatori sociali: non si è presentata”. Di chi è dunque la colpa?
C’è comunque che, a distanza di pochi giorni dal polverone mediatico, la stessa attività avrebbe finalmente ricevuto diverse richieste di colloquio, a tal punto da definire la cosa “ingestibile”. Linkiamo qui sotto un servizio televisivo diffuso su Youtube: