Gli esperti si sono avvalsi di una tecnica innovativa sviluppata dalla start up biomedicale E-lisa. Sono state effettuate due tac: una del gomito deformato e una di quello sano, poi si è proceduto all’asportazione di pezzettini di tessuto dall’osso calcolate per potere ruotare l’omero di circa sessanta gradi e ripristinare l’anatomia normale della parte terminale dell’omero. Per la riuscita dell’intervento è stato utile simulare l’operazione su un modello stampato in 3D che riproduceva l’anatomia alterata del gomito. Ora, dopo circa tre mesi, il ragazzo ha riacquistato la funzionalità del gomito e il braccio è tornato a funzionare correttamente.