Ecco perché per essere scrittori bisogna avere coraggio

Non importa chi tu sia, in realtà, chiunque può provare ansia ogni volta che è impegnato a scrivere qualcosa per il pubblico. Utile a questo approccio, potrebbe rivelarsi un’analizi approfondita su questo argomento. A quanto pare, essere uno scrittore vuol dire anche essere piuttosto coraggiosi:

Che in uno scritto siano riportati episodi di paura, di coraggio, di invidia, di lealtà, di odio, stiamo esprimendo dei sentimenti attraverso la carta (o una tastiera di computer). E’ un po’ come confrontarsi dal vivo con una persona. Quando incontri una persona per la prima volta, capisci che un certo livello di comfort deve svilupparsi tra voi due prima che si possa avere una vera intimità, e quindi i propri sentimenti ed esperienze personali vengono nascosti per un po’ di tempo. Eppure, questi pensieri e sentimenti sono mostrati a tutto il mondo nei nostri scritti e sarebbero sui cartelloni pubblicitari se ci fosse offerta l’opportunità. Ci vuole coraggio per essere così vulnerabili. Anche quando si tratta di argomenti più semplici, le modalità in cui li argomenti, modificano l’approccio e l’interpretazione, il minimo sentimento di accompagnamento, così che l’opinione di un autore non può mai essere veramente nascosta, per la selezione di un aggettivo su un altro, la metafora particolarmente ispirata, l’intuizione insolitamente incisiva, o semplicemente una parola di troppo, comunica un apprezzamento di una linea di pensiero rispetto a un’altra. È impossibile nascondere la passione nella scrittura. La scrittura ci porta ad aumentare gli argomenti quotidiani, affrontandoli uno ad uno:

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non riuscire mai a vedere te stesso attraverso gli occhi degli altri, indovinare la veridicità delle tue autovalutazioni e chiederti sempre se sei sufficientemente adeguato e ben accolto. Questo, tenendo conto che, in realtà, non possiamo mai essere giudici imparziali della nostra competenza, intelligenza, accoglienza sociale, ecc. Qualsiasi scrittore dovrebbe sempre considerare che questo potrebbe essere il caso per se stesso, perché non ci sono misure oggettive di abilità quando si tratta di attività come queste:

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Tutti gli scrittori, per prima cosa, sentono il dovere di mettere nero su bianco i propri pensieri, come se stessero scrivendo un diario personale. Potremmo cambiare, ma quello che abbiamo scritto è scolpito nella pietra. Ogni parola che rendiamo pubblica è un segno indelebile sulla nostra reputazione come un tatuaggio lo è sulla pelle. L’unica cosa che un autore ha da dare sono i prodotti della sua vita privata.  Questo, tenendo in considerazione che miliardi di persone hanno già prodotto parole prima di noi:

Uno scrittore deve affrontare direttamente l’eco dell’umanità. La buona scrittura è un esercizio insolitamente empatico. Bisogna padroneggiare e organizzare i propri pensieri per scrivere bene, ma bisogna anche scrutare nella mente inconoscibile del proprio lettore.Coloro che assumono questa chiamata non sono più reiterazione e ripetizioni dei loro predecessori di quelli in qualsiasi altro campo, ma poiché le opere di coloro che sono venuti prima di noi rimangono così attive e ben conservate, ci contendono l’attenzione per tutta la vita. La scrittura è un’abilità così essenziale che è praticata da tutti. Non c’è quasi una professione paragonabile in cui ci si aspetta di superare ogni persona moderna. In conclusione:

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Essere un tantinello ansiosi mentre si sta formulando uno scritto, dopo tutto, è normale. Non siamo dei robot ma degli animali, prima che degli uomini. Siamo dei lettori, prima che scrittori. Questo significa che spesso possiamo provare paura. Rendere pubblico il proprio pensiero è permettere ad ogni estraneo di far parte del nostro mondo. Tuttavia, le paure sono fatte per essere affrontate con un pò di coraggio. Ecco: scrivere è un vero atto di coraggio.

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