Gli archeologi hanno detto che l’uomo, di età compresa tra i 40 ei 45 anni, è stato ucciso a pochi passi dal mare mentre cercava di fuggire dall’eruzione. Il suo scheletro è stato ritrovato su quella che sarebbe stata la spiaggia dell’antica città con la testa rivolta indietro in direzione del mare, e circondato da legno carbonizzato, tra cui una trave del tetto, che potrebbe avergli fracassato il cranio. Questa la prima ricostruzione:
Era l’una di notte quando l’onda piroclastica prodotta dal vulcano ha raggiunto per la prima volta la città con una temperatura di 300-400 gradi, o addirittura, secondo alcuni studi, di 500-700 gradi. Una nuvola incandescente che correva verso il mare a una velocità di 100 km [60 miglia] all’ora, che era così densa da non contenere ossigeno:
Le ossa dell’uomo erano di un colore rosso vivo, che, secondo i ricercatori, potrebbero rappresentare “il segno delle macchie lasciate dal sangue della vittima”. La scoperta è avvenuta durante il primo scavo archeologico di Ercolano, un sito molto più piccolo e meno conosciuto della vicina Pompei, in quasi tre decenni. Gli scavi negli anni ’80 e ’90 hanno portato alla luce gli scheletri di più di 300 vittime ammucchiate nei capannoni delle barche, dove si crede si fossero rifugiate mentre aspettavano di essere soccorse via mare. Dario Franceschini, ministro della Cultura italiano, ha dichiarato:
“Il clamoroso ritrovamento dei resti di un latitante presso il sito archeologico di Ercolano è una grande notizia, innanzitutto perché il ritrovamento è dovuto alla ripresa in questo luogo, dopo quasi 30 anni, di scavi scientifici condotti dal personale tecnico del ministero”. Ercolano fu sepolta sotto circa 15 metri (50 piedi) di cenere vulcanica fino a quando non fu riscoperta durante lo scavo di un pozzo all’inizio del XVIII secolo. Link video: