Impulsi di luce per rimuovere gli inquinanti organici dalle acque reflue, ecco come funzionerebbe la fotodegradazione contro i prodotti chimici

Pulire i microinquinanti organici a base di carbonio nell’acqua possono con un trattamento a base di impulsi di luce ad alta intensità potrebbe risultare una tecnica fattibile quanto efficace. E’ quanto constatato da alcuni ricercatori di KAUST:

Questo processo di fotodegradazione era già noto per essere fattibile, ma il suo utilizzo era limitato dai lunghi tempi di trattamento necessari. Alcuni ricercatori hanno così dimostrato che questo trattamento di fotodegradazione può essere notevolmente accelerato con impulsi luminosi ad alta intensità generati da una lampada flash allo xeno. “Un aspetto interessante di questo lavoro è che abbiamo combinato le competenze e le tecnologie di due diversi campi”, afferma uno dei ricercatori che ha spiegato come la collaborazione tra i due diversi dipartimenti di ricerca – il Solar Center ed il Water Desalination and Reuse Center di KAUST – ha consentito al team di adottare un sistema a luce pulsata precedentemente utilizzato per elaborare materiali semiconduttori per transistor e celle solari.

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I microinquinanti organici (OMP), noti come contaminanti emergenti, includono un lungo elenco di prodotti farmaceutici, ormoni, composti nei prodotti per la cura della persona e additivi chimici industriali. Sono un problema crescente nei corsi d’acqua a causa delle debolezze della legislazione ambientale. Sono rilasciati da molti luoghi, sono altamente persistenti in acqua e possono avere effetti tossici sulla salute umana, anche a concentrazioni molto basse. Anche pochi nanogrammi per litro possono essere dannosi in alcuni casi. “Sono continuamente rilasciati nei corsi d’acqua dagli impianti di trattamento delle acque reflue, con metodi di trattamento convenzionali che dimostrano di avere solo effetti limitati nella rimozione di questi contaminanti” – ricercatori hanno scoperto che l’efficacia della luce pulsata ad alta intensità (HIPL) variava in modo significativo a seconda di parametri tra cui il numero di impulsi e la dose di energia totale erogata dalla luce. Ciò ha consentito loro di identificare le condizioni più efficaci per il trattamento di una soluzione di prova contenente 11 OMP significativi, inclusi farmaci, ormoni e contaminanti chimici industriali. Hanno scoperto che il trattamento HIPL innesca la decomposizione degli OMP con tassi di degrado straordinari.

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“Il nostro approccio innovativo consente una rimozione efficiente degli OMP dall’acqua in pochi millisecondi, rendendolo ideale per applicazioni di trattamento dell’acqua ad alta produttività”, afferma Anthopoulos. Il trattamento ha il potenziale per diventare una soluzione altamente efficace, diretta e scalabile a un problema ambientale crescente. Il team sta lavorando per migliorare ulteriormente l’efficienza del sistema e aumentarne la produttività. Il loro prossimo passo è aumentare la configurazione del trattamento. “Speriamo di costruire presto un reattore su scala pilota per valutare in modo più realistico l’efficienza del trattamento degli effluenti delle acque reflue”, afferma uno dei ricercatori.

Fonte: https://discovery.kaust.edu.sa/en/article/1197/making-light-work-of-emerging-micropollutants

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