Come i romani costruivano le loro strade millenarie? Un VIDEO rivela l’ipotesi di costruzione

La costruzione di una strada romana da parte di legionari (colonna di Traiano, Roma)

A distanza di millenni, le strade costruite in epoca romana sono riconosciute per le loro caratteristiche particolarmente resistenti. Ma in che modo venivano costruite e con quali materiali? Anzitutto occorre ricordare che, a seconda dell’importanza della via, ma anche in base alla loro proprietà e responsabilità di manutenzione, Ulpiano distingue tre tipologie di strada:

Viae publicae, consulares, praetoriae e militares;
– Viae privatae, rusticae, agrariae;
– Viae vicinales.

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Collegate a queste strade, vi erano poi strade secondarie legate alla rete delle viae publicae, le strade principali, esistevano numerose strade di interesse regionale, le viae rusticae o le viae vicinales, che collegavano gli insediamenti minori (vici) tra loro o con le vie principali, la cui manutenzione era a carico delle amministrazioni locali, o le viae privatae, di interesse locale e manutenute a spese delle comunità o dei singoli cittadini che le utilizzavano. Dopo che i progettisti avevano stabilito dove in linea di massima avrebbe dovuto passare la strada, i mensores con accurate misurazioni individuavano il punto preciso per la costruzione, collocando dei pali lungo una linea chiamata rigor e, avvalendosi della groma, strumento usato per tracciare angoli retti, definivano con precisione la griglia del piano stradale. Entravano poi in scena i libratores che scavando fino allo strato di roccia, o fino a uno strato solido, valutavano la natura del terreno e stabilivano la tecnica costruttiva da impiegare:

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A questo punto iniziava l’opera di costruzione vera e propria, tracciando dapprima con un aratro due solchi paralleli per delimitare la carreggiata, nei quali erano collocate delle pietre poste in verticale per contenere la massicciata. Veniva poi scavata una trincea sul cui fondo erano sistemate grosse pietre legate con cemento che costituivano la base (statumen) su cui veniva collocato un triplice strato di materiali sovrapposti e compressi:

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ad un primo strato di conglomerato di pietre e frammenti di mattoni (rudus o ruderatio) legati con calce che aveva lo scopo di drenare le acque, ne seguiva uno intermedio di brecciame costipato e compresso (nucleus) ed infine la pavimentazione (pavimentum) con pietre, blocchi di basalto o lastre squadrate, a seconda della disponibilità locale, perfettamente incastrate tra loro e collocate in maniera da garantire lo scorrimento e la raccolta delle acque in canalette di scolo laterali. La larghezza della carreggiata doveva permettere l’incrocio di due carri, e andava normalmente da 4 a 6 m. Le strade potevano avere ai lati marciapiedi riservati ai pedoni, in terra battuta (margines) o lastricati (crepidines). Questi ultimi, presenti solo nelle strade più importanti, potevano avere una larghezza anche di 3 m. Un video diffuso sul web tenta di ricostruire la costruzione di quest’opera:

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Come venivano costruite le strade romane? Un altro video (in lingua italiana):

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