I nostri antenati per milioni di anni, hanno vissuto a stretto contatto con la natura e i nostri organi di senso si sono adattati ad ambienti molto diversi da quelli in cui viviamo oggi e in base alle ricerche sembrerebbe che guardare aree urbane genera nel nostro cervello un’attivazione di alcune aree che attivano un costante stato d’allerta.
Il nostro sistema neurovegetativo che riceve stimoli dai nostri organi di senso è qualcosa che non riusciamo a controllare e si è modellato in milioni di anni, influenzato anche dall’ambiente esterno. Vivendo in città ricche di rumori, palazzi quasi tutti uguali, geometrie simmetriche il nostro cervello è influenzato negativamente da questo, anche se a livello razionale può sembrare una cosa di poco conto, per il nostro cervello questi stimoli sono minacciosi per il nostro cervello.
Tramite l’olfatto entrano in gioco i fitoncidi, facenti parte della famiglia dei terpeni presenti in molti alberi e piante delle zone boschive. Questi elementi chimici naturali migliorano l’attività del sistema simpatico e parasimpatico: riducendo la frequenza cardiaca, ci aiutano a respirare più lentamente, abbassano la pressione sanguigna, aumentano le difese immunitarie e attivano delle cellule dette “killer” che aiutano il nostro organismo ad essere più efficienti contro patologie come i tumori.
Ascoltare musica e suoni legati alla natura aiuta a rilassarsi e stare bene, questi suoni attivano la corteccia uditiva, recuperando funzioni che permettono al nostro organismo di recuperare dopo un periodo stressante.
Ciò che l’ambiente urbano crea nel nostro organismo è davvero una violenza da tutti i punti di vista, la ripetuta violazione dello spazio interpersonale è una grossa minaccia per il nostro cervello. Stare a contatto con gli ambienti naturali regola oltre a tutti gli elementi indicati prima anche la presenza di cortisolo.
Anche l’arcata dentale umana ha visto un cambiamento evolutivo non indifferente, come ad esempio i canini meno appuntiti, inoltre il microbiota intestinale dell’uomo moderno che consuma prodotti industrializzati è molto differente, rispetto a quello dell’uomo preistorico.
Fonte: psicoadvisor.com