Quando mangi cozze, gamberi e sale in realtà stai mangiando microplastica

Ormai è confermato da tempo, la microplastica che viene gettata nel mare, la ritroviamo nel cibo che mangiamo. Contamina fino al 70% gli alimenti. In Europa da qualche tempo ogni nazione sta pian piano cercando di eliminare totalmente la plastica monouso. Purtroppo la catena alimentare fa tornare indietro tutto ciò che rilasciamo nell’ambiente, nel bene e nel male. La plastica in questo caso è una cosa negativa per noi e per l’ambiente.

La presenza di microplastiche attraverso le indagini di Altroconsumo e della University of Hull and Brunel dimostrano che è molto invasiva, soprattutto nei molluschi,gamberi e anche nel sale che viene estratto e distribuito sul mercato. Altroconsumo scrive: “La plastica massicciamente prodotta da sessant’anni a questa parte (300 milioni di tonnellate all’anno) è ovunque, la respiriamo, la beviamo: è stata trovata sia in acque minerali sia in acque potabili. La spalmiamo sulla pelle. La mangiamo“.

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Dalle ultime ricerche è stato rilevato che quasi il 70% dei campioni controllati era contaminato da plastica. Anche una ricerca inglese effettuata dall’University of Hull and Brunel University London ha evidenziato 70 particelle di microplastica ogni 100 grammi di cozze. Oltre alle microplastiche è stata riscontrata la presenza di altri rifiuti come raion, cotone e altri scarti tessili. Al termine della ricerca è stato riscontrato che il 100% dei molluschi era contaminato da microplastiche o altri rifiuti. La professoressa Jeanette Rotchell della School of Environmental Sciences presso la University of Hull ha affermato:

Sta diventando sempre più evidente: la contaminazione globale degli ambienti marini con la microplastica ha un impatto sulla fauna e sulla flora e sta entrando sempre più nella catena alimentare. I rifiuti di cui ci sbarazziamo stanno così trovando la strada per ritornare a noi attraverso la dieta“. I molluschi sono dei filtri per le acque salate, perchè ripuliscono i mari e fanno da spugna, quindi dobbiamo cercare di proteggere queste specie tanto importanti per l’ecosistema marino.

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Fonte: ambientebio.it

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