Il 18% degli pneumatici raccolti in Spagna in un anno verrà trasformato in energia, carburante e nuovi materiali per l’industria. La tecnica è nota da tempo ma al contempo potenzialmente rivoluzionaria qualora utilizzata in contesti inesplorati:
Attraverso la pirolisi si sta così rivelando una delle procedure più innovative ed ecosostenibili per trasformare gli pneumatici usati in energia, combustibili alternativi e prodotti petrolchimici ad alto valore aggiunto. TNU (acronimo di Treatment of Used Tyres) e GREENVAL TECHNOLOGIES, pioniere nella valorizzazione e recupero dei rifiuti attraverso la pirolisi degli pneumatici usati (NFU) (tecnologia propria sviluppata in collaborazione con il CSIC) hanno infatti siglato un accordo attraverso il quale TNU fornirà la materia prima , in particolare chip NFU ai suoi impianti di pirolisi.
Cos’è la pirolisi?
La pirolisi consiste in un processo di trattamento termico senza ossigeno che consente così la decomposizione rapida della gomma usata per pneumatici per mezzo di una reazione chimica in energia e materia prima riutilizzabile:
dalle vecchie gomme d’auto è così possibile produrre solidi (carbon black), liquidi (olio pirolitico) e gas (idrocarburi utilizzati come fonte di energia alternativa). Considerando che solo in Spagna nel 2020 sono state generate 225.000 tonnellate di NFU e in Europa 300 milioni, la pirolisi potrebbe rivelarsi facilmente la migliore opzione per il trattamento delle NFU e il suo recupero energetico (conversione di rifiuti non riciclabili in energia), risultando un efficiente ed ecosostenibile grazie alle sue minime emissioni di CO 2 e rifiuti.
Questa tecnica consente quindi di ridurre e recuperare di circa il 98% l’enorme quantità di pneumatici usati, limitando al minimo il conferimento in discarica ed al contempo tempo risparmiando sul consumo di combustibili fossili. La pirolisi delle NFU è una delle fonti di energia più pulite per la conversione di pneumatici fuori uso in combustibili alternativi e prodotti petrolchimici ad alto valore aggiunto ( genera 6 volte meno CO2 rispetto a qualsiasi altro processo di combustione). La sua implementazione collocherebbe la Spagna al vertice dell’Europa per numero di impianti di questo tipo, attualmente ne esistono solo tre di dimensioni simili:
uno in Portogallo, un altro in Germania ed un terzo in Svezia. In percentuale, ogni impianto pirolitico otterrebbe annualmente i seguenti componenti ogni 10.000 tonnellate di chip NFU trattati: 43% (4.300 tonnellate) di olio pirolitico utilizzato come combustibile riciclato. L’olio pirolitico viene miscelato con gasolio o bunker oil (gasolio pesante del settore marittimo) e viene utilizzato come combustibile, oppure viene raffinato per la produzione di olii, combustibili diesel o biocarburanti per la produzione di energia elettrica o termica. 41% (4.100 tonnellate) di nerofumo che è un componente essenziale nella produzione di molti prodotti che utilizziamo quotidianamente, rendendoli più resistenti e durevoli. Viene utilizzato principalmente per rafforzare la gomma negli pneumatici, ma funge anche da pigmento, stabilizzatore UV e agente conduttivo o isolante in varie applicazioni di gomma, plastica, inchiostro e rivestimento. Oltre ai pneumatici, altri usi quotidiani del nerofumo includono tubi flessibili, nastri trasportatori, plastica, inchiostri da stampa e rivestimenti per autoveicoli.
15%-16% (1.500/1.600 Tonnellate) di gas di processo , che dal punto di vista della sua composizione è un idrocarburo leggero formato principalmente da metano, una delle fonti energetiche più pulite ed ecocompatibili. è quello che contiene meno anidride carbonica e quello che emette meno emissioni in atmosfera. Questo gas di processo si genera nell’impianto e viene riutilizzato come energia alternativa per autoalimentare l’impianto pirolitico stesso (autoconsumo). Introdotti in posizioni strategiche, è prevista la loro realizzazione in prossimità di impianti di trattamento pneumatici, riciclaggio e cippatura, al fine di ridurre anche i costi logistici, utilizzare in modo efficiente le risorse e risparmiare sulle emissioni di CO2 attraverso l’instaurazione di questa sinergia di scambio totalmente sostenibile e finalizzata a promuovere l’economia circolare.
Questi impianti pirolitici completamente sostenibili e autosufficienti sono un impegno per l’innovazione e l’ecologia con un chiaro vantaggio per la società, l’economia e l’ambiente. I 4 impianti in fase di progettazione preliminare, con una capacità di trattamento di 10.000 tonnellate annue di trucioli di pneumatici fuori uso, avranno un design modulare e occuperanno uno spazio di 8.000-10.000 mq. L’investimento totale per impianto sarà di 12 milioni di euro. Durante la sua costruzione verrebbero generati 60 posti di lavoro diretti e 100 indiretti e 30 posti di lavoro per il suo funzionamento.
Info su: https://greenvaltech.com/
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