Argentina: uccisione di pinguini a Punta Tombo, organizzazioni denunciano penalmente

Le organizzazioni Argentina Association of Environmental Lawyers, Fundación Patagonia Natural e Greenpeace Argentina hanno presentato una denuncia penale per l’ecocidio di centinaia di pinguini avvenuto nella Riserva Naturale di Punta Tombo (Chubut), in Argentina nel 2021. In questa riserva si trova la più grande colonia di Pinguini di Magellano nel mondo.

Nei mesi di agosto e novembre 2021, senza previa autorizzazione di impatto ambientale e mediante l’uso di una terna, sono state aperte strade, ripulita la vegetazione autoctona e spostato il terreno sull’area della colonia di pinguini di Magellano e sul litorale marino di Punta Clara che confina con Punta Tombo Riserva Naturale, che ha causato gravi danni alla fauna, alla flora e agli ecosistemi associati.

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Si stima che almeno 175 nidi siano stati distrutti in tutte le aree di nidificazione. Inoltre, è stata installata una rete metallica elettrificata lungo 900 metri. In diversi settori, detta rete metallica ha impedito la libera circolazione dei pinguini in quanto si trovavano ad un’altezza inferiore a quella di questa specie. Questo evento si è verificato nel momento critico del ciclo riproduttivo, quando i pulcini sono in fase di schiusa o hanno solo pochi giorni di vita, e devono essere nutriti frequentemente dai pinguini adulti.

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“Quello che è successo dimostra che siamo di fronte a un massacro all’aria aperta di pinguini, atti atroci di crudeltà sugli animali e danni agli ecosistemi che non possono rimanere impuniti”, ha affermato Lucas Micheloud, co-direttore esecutivo dell’Associazione argentina degli avvocati ambientalisti. “Serve giustizia che condanni i responsabili con le pene massime previste per questi eventi e che il Congresso nazionale avanzi con urgenza nella riforma del codice penale che inquadra i reati ambientali”. José María Musmeci, presidente della Fundación Patagonia Natural ha affermato: “L’intervento della giustizia è necessario e molto positivo per rafforzare i costanti sforzi di conservazione e limitare l’azione arrogante sulla biodiversità che appartiene a tutti noi e non al proprietario dell’area”.

Siamo di fronte a un vero e proprio ecocidio. Questo è un chiaro esempio di come gli ecosistemi e le specie siano quotidianamente violati dall’attività umana crimini“, ha dichiarato Bruno Giambelluca, coordinatore della campagna per il clima e l’energia di Greenpeace.

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