La tecnica consiste nel prelevare il nucleo di un uovo dalla madre che contiene il suo DNA e trapiantarlo in un ovulo donatore a cui è stato rimosso il nucleo ma che contiene il DNA mitocondriale sano del donatore. In questo modo, vengono creati embrioni IVF privi di mutazioni dannose portate dalle loro madri e suscettibili di essere trasmessi ai loro figli. A differenza del DNA normale, che contiene le informazioni genetiche che ci rendono ciò che siamo, il DNA mitocondriale fornisce l’energia per la cellula e può essere paragonato a una batteria. Molti scienziati del settore insistono sul fatto che il termine “bambino con tre genitori” è impreciso per questo motivo, dal momento che il 99,9% del DNA proviene ancora da due persone. Lo 0,7% proviene dal terzo donatore. La tecnica rivoluzionaria è un tentativo di impedire ai bambini di nascere con devastanti malattie mitocondriali:
Le malattie mitocondriali sono incurabili e possono essere fatali entro pochi giorni o addirittura ore dopo la nascita. Alcune famiglie hanno già perso diversi bambini e vedono questa tecnica come l’unico modo per avere un figlio sano. I mitocondri difettosi possono essere ereditati solo dalla madre. Il concepimento naturale è quindi spesso un rischio per le donne affette. Alcuni bambini possono nascere sani perché ereditano solo una piccola parte dei mitocondri mutati. Ma altri possono ereditare molto di più e sviluppare malattie gravi, progressive e spesso fatali. Circa un bambino su 6.000, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è affetto da disturbi mitocondriali come danni cerebrali, atrofia muscolare, insufficienza cardiaca e cecità. La donazione mitocondriale è legale nel Regno Unito dal 2015.