Quando l’Italia era sommersa dal mare: ecco lo stivale nel Pliocene

ipotetico paesaggio con isolotti nell’Italia meridionale del Pliocene (elaborazione grafica a cura di GloboChanne.com)

Il Pliocene è un’era geologica che va dai 5,333 milioni di anni fa ai 2,588 milioni di anni fa. Durante questo periodo, la penisola italiana era molto diversa da come la conosciamo oggi. La prima cosa da notare è che il livello del mare era molto più alto di quello attuale. Ciò significa che gran parte della pianura padana e delle coste meridionali erano sommerse. In secondo luogo, il clima era più caldo di quello attuale. Questo significava anche che le temperature medie erano più elevate e che le precipitazioni erano più scarse. Il Pliocene italiano è rappresentato principalmente da sedimenti marini che si rinvengono in molte aree della penisola:

 

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fonte foto embed: wikipedia.org

Nel Pliocene la penisola italiana aveva una conformazione orografica ben differente da quella attuale. Le linee di costa erano nettamente differenti come si può vedere nella ricostruzione a lato. Al nord era ancora del tutto assente la Pianura Padana. Questa deve la sua formazione principalmente a due fattori:

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  • Il primo dovuto alla deposizione dei detriti portati a valle dal fiume Po e dai suoi affluenti nel corso dei milioni di anni successivi fino ad oggi. Ma questo fattore da solo, nonostante il lasso di tempo trascorso e la quantità di detriti depositati non sarebbe stato sufficiente.
  • Il secondo fattore è infatti dovuto alla spinta tettonica che la placca africana esercita contro la placca europea. Questa spinta nel corso delle centinaia di migliaia di anni ha fatto sollevare la crosta terrestre dell’Europa e in particolar modo dell’Italia, di alcune decine di metri.

Questi due fattori combinati insieme hanno fatto sì che al posto del caldo mare tropicale che occupava il Golfo Pliocenico Padano, abbiamo oggi una verdeggiante pianura. Anche il centro Italia, il sud e le isole si presentavano diversamente da come le conosciamo oggi. In Toscana ad esempio la linea di costa era spostata nell’entroterra di parecchi chilometri rispetto ad oggi, e l’arcipelago toscano era costituito da un maggior numero di isolotti e atolli. La temperatura dell’acqua marina era più elevata di quella attuale, e questo è in parte dimostrato anche dal fatto che la fauna che popolava quell’antico mare, è oggi presente con le stesse specie o specie strettamente affini, che vivono nella calde acque dell’Oceano Indiano e dei mari tropicali. Squali, cetacei e una miriade di conchiglie dalle svariate forme e colori popolavano quelle acque, caratterizzandole con una biodiversità che oggi possiamo ritrovare allo stato fossile, custodito sotto le caratteristiche colline italiane.

Queste due differenze hanno avuto un profondo impatto sul paesaggio italiano. La pianura padana era un mare tropicale, con acque calde e calme. Le coste meridionali erano ricche di foreste e paludi. La fauna dell’Italia pliocenica era molto diversa da quella attuale. Le acque del mare ospitavano pesci tropicali, delfini, balene e tartarughe marine. Le foreste e le paludi ospitavano una grande varietà di animali, tra cui mammiferi erbivori come elefanti, rinoceronti e tapiri, e mammiferi carnivori come iene, leopardi e leoni. Il Pliocene è un periodo importante nella storia geologica italiana. È il periodo in cui la penisola italiana ha iniziato a prendere la sua forma attuale.

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