L’immagine che vedete qui sopra del VLT della Nebulosa Elmo di Thor è stata scattata in occasione del 50° anniversario dell’ESO (European Southern Observatory) , il 5 ottobre 2012, con l’aiuto di Brigitte Bailleul, vincitrice del Tweet Your Way to the VLT! concorrenza. Le osservazioni sono state trasmesse in diretta su Internet dall’Osservatorio del Paranal in Cile.
Questo oggetto, noto anche come NGC 2359, si trova nella costellazione del Canis Major (Il Grande Cane). La nebulosa a forma di elmo si trova a circa 15.000 anni luce dalla Terra ed è larga oltre 30 anni luce. L’elmo è una bolla cosmica, soffiata dal vento proveniente dalla stella luminosa e massiccia vicino al centro della bolla, che spazza la nube molecolare circostante. NGC 2359 (nota anche come Nebulosa Elmetto di Thor e Gum 4) è una nebulosa a emissione situata nella costellazione del Cane Maggiore.
Reperire la sua esatta posizione in cielo non è affatto semplice; l’unico modo meno difficile è seguire l’allineamento tra le stelle ι e γ Canis Majoris e poi, proseguendo di circa due volte la loro distanza, deviare la direzione di circa 10° verso est. Al di fuori della portata di qualunque binocolo, è invece visibile attraverso Telescopi di aperture di almeno 120mm di diametro, nei quali si presenta come una macchietta a forma di lettera Q. In fotografia appare invece un oggetto meraviglioso. Al centro della nebulosa si trova una caldissima stella di Wolf-Rayet, che la illumina, eccitandone l’idrogeno e ionizzandolo; questa stella è catalogata come WR 7, o HD 56925, e possiede una magnitudine pari a 10,40,[1] e sarebbe la principale responsabile della formazione della nebulosa, composta dal gas espulso dalla stella stessa.
Altre ipotesi per spiegare i getti a forma di arco osservati nella nube comprendono quella secondo cui la stella centrale circa 7 milioni di anni fa sia stata una supergigante rossa, il cui moto proprio in direzione est ha causato un’onda d’urto allo scontro fra il forte vento stellare e il mezzo interstellare circostante, molto denso a causa della presenza di una nube molecolare, causando la struttura visibile; altre ipotesi ancora menzionano altre stelle come responsabili della struttura arcuata della nebulosa.[3]
Credits:
ESO/B. Bailleul
Fonte: https://www.eso.org/public/images/eso1238a/
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