Esplorando l’Italia Preistorica: qui c’erano anche i rinoceronti. Ecco come era la penisola 20.000 anni fa

20.000 anni fa, l’Italia Preistorica era un luogo molto diverso da quello che conosciamo oggi. Ci trovavamo nel bel mezzo dell’ultima glaciazione, chiamata glaciazione di Würm, che aveva modellato il paesaggio in modo significativo. L’abbassamento del livello del mare durante l’Ultima Glaciazione ha avuto un effetto davvero significativo sulla geografia del Mediterraneo, creando connessioni tra diverse isole e terreferme che oggi sono separate. In questo periodo geologico, la sicilia e la Calabria erano collegate e anche la Sardegna e la Corsica erano unite. Si tratta soltanto di alcune delle numerose differenze con l’Italia ed il Mediterraneo di oggi:

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Ecco alcuni esempi di terre unite nell’Italia dell’ultima glaciazione:

  • Sardegna e Corsica: Le due isole formavano un’unica grande isola chiamata “Tirrenide”. Questo ha permesso la migrazione di fauna e flora tra le due aree, creando un ecosistema unico.
  • Sicilia e Calabria: Unite dal Ponte di Stretto, come abbiamo già visto, favorirono lo scambio di specie tra le due regioni.
  • Isola d’Elba: Collegata alla terraferma da una piana alluvionale, era facilmente raggiungibile a piedi.

Oltre a questi esempi, anche altre isole minori del Mediterraneo erano collegate tra loro o alla terraferma, creando un paesaggio completamente diverso da quello odierno.

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Ecco alcune di queste isole:

  • Malta e Gozo: Unite da una piattaforma continentale.
  • Capri e Ischia: Collegate alla penisola sorrentina.
  • Le isole Egadi: Unite alla Sicilia.

Queste connessioni hanno avuto un impatto importante sulla storia e sull’evoluzione del Mediterraneo, favorendo la migrazione di animali e uomini e creando nuove rotte commerciali e culturali. Con la fine dell’Ultima Glaciazione e l’innalzamento del livello del mare, queste connessioni sono state sommerse, separando nuovamente le isole e le terreferme. Tuttavia, l’eredità di questo periodo glaciale è ancora visibile nella fauna, flora e geologia del Mediterraneo, che conserva le tracce di un tempo in cui le terre erano unite e il mare era più basso.

Clima nell’Italia Preistorica, ricoperta di neve e ghiaccio:

l picco di questa glaciazione, raggiunto circa 20.000 anni fa, ha trasformato la Pianura Padana in un ambiente completamente differente da quello odierno. Immagina una landa arida e fredda, una steppa spazzata da venti impetuosi, dove al posto dei campi coltivati e delle città sorgevano praterie immense. In questo ambiente ostile, dominavano grandi mammiferi come i bisonti, i mammut e i rinoceronti lanosi, perfettamente adattati al freddo e alla scarsità di vegetazione:

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Le Alpi erano completamente coperte da una spessa coltre di ghiaccio, che arrivava a sfiorare i 1000 metri di spessore. Il livello del mare era molto più basso, circa 120 metri in meno rispetto ad oggi, e la penisola italiana era collegata alla Sicilia e alla Sardegna, formando un’unica grande terraferma. L’uomo di Neanderthal, che abitava l’Italia in quel periodo, era in grado di sopravvivere in questo ambiente rigido grazie alla sua abilità nella caccia e nella costruzione di rifugi. Tuttavia, il clima glaciale rappresentava una sfida costante, e la sua sopravvivenza era precaria. Circa 12.000 anni fa, il clima iniziò a riscaldarsi gradualmente. Il ghiaccio si ritirò, le foreste tornarono a crescere e la Pianura Padana si trasformò nuovamente in una terra fertile e abitabile. Questo cambiamento permise all’uomo di Homo sapiens di prosperare e di colonizzare l’intera penisola italiana. L’Ultima Glaciazione è stata un evento fondamentale nella storia del nostro pianeta e ha avuto un impatto significativo sull’ambiente e sull’evoluzione umana. La sua eredità è ancora visibile oggi, nelle forme del nostro territorio e nelle tracce fossili che ci raccontano di un’epoca lontana e selvaggia. I punti chiave:

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  • Il clima era rigido e continentale, con temperature medie di 5-6 gradi inferiori a quelle odierne.
  • Le precipitazioni erano scarse, con inverni lunghi e nevosi ed estati brevi e fresche.
  • La calotta glaciale alpina si estendeva ampiamente, coprendo le Alpi e parte dell’Appennino settentrionale.
  • La pianura padana era un’arida tundra percorsa da venti gelidi.

Flora dell’Italia Preistorica nell’ultima era glaciale:

  • La vegetazione era dominata da steppe erbose e tundra con arbusti nani, ginepri e salici.
  • Nelle zone più riparate crescevano foreste di conifere come pini, abeti e larici.
  • La macchia mediterranea era presente solo nelle zone costiere più meridionali.

Fauna dell’Italia Preistorica nell’ultima glaciazione:

  • Mammiferi come mammoth, bisonti, renne, orsi delle caverne e lupi erano diffusi in tutto il territorio.
  • Nelle zone più fredde si trovavano anche stambecchi, camosci e orsi bruni.
  • I grandi predatori come leoni e leopardi erano presenti soprattutto nelle zone meridionali.
  • La fauna marina era ricca di pesci, foche e balene.

Uomini preistorici dell’Italia Preistorica nell’ultima glaciazione:

 

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  • L’uomo di Neanderthal era presente in Italia da circa 400.000 anni, ma si estinse circa 30.000 anni fa.
  • L’Homo sapiens arrivò in Italia circa 45.000 anni fa.
  • I primi sapiens vivevano in caverne e rifugi costruiti con ossa, pelli di animali e rami.
  • Erano cacciatori-raccoglitori nomadi, abili nella caccia di grandi mammiferi e nella lavorazione di pietra e osso.
  • L’arte rupestre, come quella presente nelle Grotte di Lascaux in Francia, testimonia la loro capacità di comunicazione simbolica.

I livelli marini attorno all’Italia del Plestiocene:

Il livello del mare più basso di 120 metri durante l’Ultima Glaciazione ha avuto un impatto enorme sulla costa nord dell’Adriatico, modificandone radicalmente la geografia e l’ecosistema. Ecco alcuni dei principali effetti:

  • Superficie ridotta: Il Mar Adriatico era molto più piccolo, con una superficie ridotta di circa il 70%. La costa nord si estendeva fino a 200 chilometri più a sud rispetto ad oggi, lasciando emerse ampie zone di fondale marino.
  • Nuove terre emerse: La piattaforma continentale adriatica era completamente emersa, creando una vasta pianura costiera che collegava l’Italia all’Istria e alla Dalmazia. Questa “terraferma adriatica” era un importante punto di migrazione per animali e umani.
  • Distribuzione delle specie marine: L’abbassamento del livello del mare ha modificato la salinità e la profondità del Mar Adriatico, influenzando la distribuzione delle specie marine. Alcune specie tipiche di acque profonde si sono adattate a vivere in acque più basse, mentre altre sono migrate verso altri mari.
  • Formazione delle coste: L’erosione causata dal vento e dalle onde ha modellato le coste emerse, creando nuove baie, promontori e lagune. La costa adriatica che conosciamo oggi è in gran parte il risultato di questi processi glaciali.

Con la fine dell’Ultima Glaciazione e l’innalzamento del livello del mare, la “terraferma adriatica” è stata sommersa e il Mar Adriatico ha riacquistato la sua forma attuale. Tuttavia, l’eredità di questo periodo glaciale è ancora visibile nella geologia e nella fauna marina dell’Adriatico, che conserva le tracce di un tempo in cui il mare era molto più basso e la costa era completamente diversa. In sintesi, l’Italia 20.000 anni fa era un ambiente selvaggio e inospitale, dominato dal freddo e da una fauna selvatica. I nostri antenati sopravvivevano grazie alla loro abilità nella caccia, nella costruzione di rifugi e nella creazione di utensili. La loro capacità di adattamento e la loro resistenza al freddo gli permisero di prosperare in un contesto di continue sfide. Ecco alcune risorse che puoi consultare per approfondire questo argomento:

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Per approfondire:

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