C’è chi parla di evidenti resti di una civiltà perduta – magari di origini aliene, giusto per non farci mancare niente – capace di intagliare giganteschi blocchi di pietra con tecnologie sconociute ma anche chi ridimensiona il presunto “mistero” individuando una potenziale spiegazione scientifica dal punto di vista geologico. Si tratta di un’opera ingegneristica di esseri umani antichi? Di civiltà aliene? Di altre creature vissute prima di noi sulla Terra? Oppure si tratta del risultato di un curioso fenomeno naturale? Fatto sta che, tra Google Maps e social Network, la presenza di questi “mattoni di roccia” è documentata anche da foto scattate via satellite che stanno scatenando un acceso dibattito sul web. Protagonista della discussione è una specifica zona del deserto dello Utah, negli Stati Uniti d’America. Queste le coordinate dell’area, in zona Goosenecks Park (un parco naturale statale):
37°14’13.6″N 109°58’51.7″W
Link: https://maps.app.goo.gl/1b2PSJ5Jb5WNQB6X7
Si tratta della “prova” che un tempo qui era presente una civiltà tecnologicamente evoluta e capace di creare manufatti colossali? Forse. O forse sarebbe il caso di valutare un’altra possibile spiegazione. Magari meno affascinante della prima (e quindi, tendenzialmente meno virale sui social). Quella dal punto di vista geologico:
Quelle fotografate potrebbero essere fratture tensionali che formano insiemi articolari e successive intemperie/erosione. In breve, non è raro che gli strati competenti (cioè rocce più forti che tendono a deformarsi per frattura della crosta poco profonda) sviluppino fratture estensionali che i geologi definiscono articolazioni in risposta a deformazione / stress applicato. Inoltre, le articolazioni orientate verticalmente sono abbastanza comuni nelle rocce sedimentarie, poiché queste riflettono fratture estensionali formate dalla compattazione risultante dal sovraccarico di massa successiva depositata sopra di esse (con la più grande direzione di sollecitazione è orientata verticalmente, quindi le rocce si deformano formando crepe estensionali che “aprono” in la direzione perpendicolare a questa pressione maggiore). Nelle rocce competenti stratificate, un particolare insieme di giunti (dove l’insieme si riferisce ad una sequenza di giunti che sono tutti approssimativamente paralleli) tende a formarsi in una spaziatura caratteristica che sarà approssimativamente uguale allo spessore dello strato. Infine, non è raro che si formino insiemi di articolazioni multiple, spesso ad angoli moderati rispetto all’altro, cioè non sarebbe raro vedere un insieme di giunti verticali orientati a X gradi rispetto a nord e poi un altro insieme verticale orientato a X+/-~90 gradi rispetto al nord.
Quindi, se si possiede uno strato competente e relativamente spesso (come un arenaria) che ha due insiemi verticali approssimativamente perpendicolari che si formano, poiché questo strato è esposto e intemperie/erodi, non è raro diventare blocchi grandi, vagamente cubici a prismatici, poiché le rocce si rompono molto più facilmente lungo le superfici (verticali) articolari (che ci si può aspettare di essere distanziati più o meno come lo spessore dello strato) e gli aerei da letto (orizzontali).
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