“Su Mercurio potrebbero esserci 16 quadrilioni di tonnellate di diamanti”: le fonti dello studio scientifico

La notizia che su Mercurio (il pianeta del Sistema Solare) potrebbero esserci 16 quadrilioni di tonnellate di diamanti ha fatto scalpore, scatenando l’immaginazione e le “speranze” di molti. Ma da dove arriva questa stima sensazionale? La teoria si basa su diverse ipotesi e studi scientifici:

1. Impatti primordiali:

  • Nei primi anni di vita di Mercurio, il pianeta sarebbe stato bombardato da asteroidi e comete, eventi che avrebbero generato un’immensa quantità di grafite.
  • La grafite, sotto l’enorme pressione e calore di questi impatti, si sarebbe trasformata in diamanti.

2. Mantello ricco di carbonio:

  • Studi successivi hanno ipotizzato che il mantello di Mercurio sia ricco di carbonio, in una forma che potrebbe essere convertita in diamanti in condizioni estreme.
  • Questa ipotesi è supportata da osservazioni di onde sismiche che suggeriscono la presenza di un denso strato ricco di carbonio sotto la crosta del pianeta.

3. Ghiaccio di metano:

  • Un’altra teoria suggerisce che il ghiaccio di metano presente nei poli di Mercurio possa, con il tempo, trasformarsi in diamanti sotto l’azione del calore e della pressione.
  • Il metano, infatti, può scomporsi in idrogeno e carbonio, con il carbonio che si condensa in diamanti.

Fonti scientifiche:

La teoria è stata nuovamente proposta dallo studioso Kevin Cannon (della Colorado School of Mines) il quale, nel suo studio scientifico su Mercurio, ha sottolineato la presenza di grafite sul primo pianeta del Sistema Solare, indicando la teoria dei meteoriti come la causa principale della presenza di questo elemento. Cannon ha illustrato i dettagli delle sue ricerche in occasione della 53a Conferenza di Scienze Lunari e Planetarie. Le indagini sulla superficie del pianeta e gli esperimenti con la roccia fusa suggeriscono che la crosta del pianeta potrebbe conservare frammenti di un vecchio guscio di grafite, un minerale a base di carbonio ( SN: 7/3/16 ). “Quello che pensiamo sia successo è che quando [Mercurio] si è formato per la prima volta, aveva un oceano di magma e la grafite si è cristallizzata da quel magma” – ha osservato Cannon che ha utilizzato i computer per simulare 4,5 miliardi di anni di impatti su una crosta di grafite.

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E’ importante sottolineare che queste sono ancora ipotesi e che la quantità effettiva di diamanti su Mercurio non è ancora stata determinata con certezza. Sono necessarie missioni spaziali dedicate per esplorare la superficie e il mantello del pianeta in modo più approfondito e per confermare la presenza e l’abbondanza di questi preziosi gioielli cosmici.

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Fonti:

https://www.hou.usra.edu/meetings/lpsc2022/pdf/1557.pdf

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https://www.sciencenews.org/article/mercury-diamond-surface-crust-meteorite-impact-graphite

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