Vigile del fuoco coraggioso subisce un trapianto facciale dopo ustioni di terzo grado, sopravvive contro ogni previsione. Com’è oggi

Mississippi, Patrick Hardison, volontario dei Vigili del Fuoco, risponde a una chiamata per un incendio domestico. Quel giorno un terribile incidente gli cambierà la vita.

Patrick viveva una vita normale, da padre amorevole frequentava le attività sportive dei suoi figli, amava passare il tempo con la sua famiglia e cercava sempre di aiutare la sua comunità in ogni modo possibile.

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Nel 2001, Patrick è chiamato a soccorrere una donna intrappolata in un incendio domestico, ma nel tentativo di salvarla riporta gravissime ferite.
Il fuoco gli procura estese ustioni facciali, alla parte superiore del busto, alla testa e al collo. Rimangono gravemente danneggiate le sue orecchie, le sue labbra, il suo naso e la maggior parte del suo tessuto delle palpebre.

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Le ustioni di terzo grado riportate su tutta la testa lo costringono negli anni successivi a indossare in pubblico un berretto da baseball, occhiali da sole e protesi alle orecchie. Sembrava che Patrick fosse destinato ad affrontare una vita di bambini che scappavano alla sua vista e da persone che sussurravano e lo additavano come orrendo. Ma nel 2015 la sua vita cambia ancora quando decide di sottoporsi a uno dei trapianti di faccia più esteso mai eseguito.

Nonostante a Patrick gli era stata prospettata una probabilità di riuscita del 50%, l’intervento, che ha richiesto 26 ore e più di 100 persone che hanno lavorato in due squadre in sala operatoria, ha avuto comunque successo.
Sembra incredibile, ma oggi Patrick ha un volto completamente nuovo e trascorre la sua nuova vita accanto alla moglie e ai suoi figli.

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Hardison ricorda quei momenti terribili, quando era all’interno della casa in fiamme e improvvisamente gli è crollata addosso. “La mia maschera si stava sciogliendo sulla mia faccia”, ha detto Hardison. “Il mio tubo flessibile era già sciolto. Riuscii a scappare da una finestra, ma la mia testa e la parte superiore del corpo erano già in fiamme e fù orribile.”

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“Aveva ustioni su tutta la parte superiore del corpo. Nel nostro lavoro non ho mai visto nessuno bruciare così tanto e uscirne ancora vivo”, ha ricordato l’amico e primo soccorritore Jimmy Neal quando vide Hardison dopo l’incidente.

Ma una nuova vita attendeva Hardison. Dopo aver subito 71 interventi chirurgici e molte altre medicazioni, non era ancora in grado di avere normali espressioni facciali, non poteva mangiare o ridere senza provare dolore e non poteva nemmeno sbattere le palpebre o chiudere gli occhi. I chirurghi riuscirono a ricostruire i lembi di pelle per proteggere la sua vista, ma nonostante questo rimase a rischio di diventare cieco lentamente ma inesorabilmente. Con il passare del tempo, Patrick non riusciva ad accettare il suo aspetto deturpato. Stare solo, o con i suoi figli era diventato un incubo. Anche la gente lo indicava e i bambini erano spaventati.

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Per anni, Patrick ha combattuto contro il dolore e lo sguardo fisso delle persone quando camminava per strada. Stava perdendo ogni speranza di vivere una vita normale e iniziò a pensare che il suo aspetto sfigurato sarebbe stato maledetto per sempre. Ma quando le speranze sembravano ormai perse, si vide la luce in fondo al tunnel. Col passare del tempo, i chirurghi avevano sviluppato nuovi metodi per i trapianti facciali.

Poi, un giorno, un amico di Patrick incontra il dottor Eduardo D. Rodriguez, che lavora al NYU Langone Medical Center di New York. il dottor Rodriquez aveva già eseguito un trapianto di faccia, quindi inizia la ricerca per trovare a Patrick un donatore. David Rodebaugh, 26 anni, è lui il donatore ideale che finalmente arriva, grazie alla LiveOnNY, un’organizzazione no profit che coordina le donazioni di organi nell’area di New York. David aveva subito un grave trauma cranico in un incidente in bicicletta ed era stato dichiarato cerebralmente morto.

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Sua madre, Nancy Millar, dopo la morte di David, decise di donare gli organi di suo figlio, inclusi fegato, cuore, reni e cosa più importante, anche la sua faccia. “Mi sono detta ‘Faresti meglio a salvargli la faccia. Ha la faccia di una bambola di porcellana.’ Ed è un donatore, ne avevamo parlato prima che morisse”, ha raccontato la Millar in un’intervista a People. “Non ho esitato un secondo quando ho saputo di Patrick e della possibilità che si facesse un trapianto di faccia. Penavo fosse un modo per David di continuare a vivere.”

La squadra riunita dal dottor Eduardo D. Rodriguez, formata da cento persone tra medici, infermieri e altri assistenti, si preparò per l’intervento di Hardison. L’intervento che è durato più di 26 ore è stato il trapianto facciale di tessuti molli più esteso mai eseguito. Il team medico ha impiantato a Hardison una nuova faccia, cuoio capelluto, orecchie e canali uditivi, porzioni di osso dal mento, dalle guance e dall’intero naso. Inoltre Patrick grazie a delle nuove palpebre ha riacquistato anche la capacità di chiuderle in modo naturale senza dolore.

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Nonstante avesse solo il 50% di possibilità di sopravvivere, Patrick dichiarò al Time Magazine che “Tutto nella vita ha un rischio”. Sua figlia maggiore Alison si chiedeva perché suo padre fosse così determinato nel portare a termine la procedura.
“Mi disse che non avrebbe più dovuto indossare un berretto da baseball e degli occhiali da sole e potrò accompagnarti normalmente all’altare”, ha ricordato Alison riportando le parole del padre.

Fortunatamente, la procedura ebbe un grande successo, anche se per Patrick fu solo l’inizio di un lungo viaggio. Durante i primi giorni dopo l’operazione, dovette sopportare incubi notturni che comportavano alterazioni della pressione sanguigna e della respirazione nelle vie aeree. La nuova faccia lo costrinse a imparare a parlare e deglutire di nuovo, e per questo soffriva sia di ansia che di attacchi di frustrazione. A causa del gonfiore non riusciva nemmeno a chiudere agevolmente la bocca.

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Nonostante tutto ciò, l’operazione gli ha cambiato la vita. Non solo Patrick ha ritrovato la gioia di stare con la sua famiglia, ma ha anche incontrato la madre di David Rodebaugh, Nancy Millar. Il loro primo incontro dopo l’intervento fu emozionante e Nancy aveva una richiesta da fargli. “Ho detto, ‘Posso baciarti la fronte?’”. “Questa è l’unica cosa che volevo fare perché ogni notte prima che David andasse a letto quando era piccolo, gli baciavo la fronte.”

Sono passati ormai sette anni da quando Patrick si è sottoposto al trapianto. Da allora, la sua vita è cambiata molto. La faccia di Hardison è guarita bene e il gonfiore è diminuito. Gli ha dato la possibilità di una nuova vita, sebbene debba assumere farmaci anti-rigetto per il resto della sua vita per impedire al sistema immunitario del suo corpo di combattere il trapianto inserito.

Oggi, Patrick parla del suo percorso e della sua guarigione per diffondere il messaggio che non è mai troppo tardi per arrendersi. Patrick è sinonimo di speranza e desidera aiutare gli altri alle prese con lesioni debilitanti. “Sto lavorando a un libro”, ha detto Hardison a Fox nel 2021. “Perché voglio mostrare al mondo che puoi avere speranza. Non vorrei che le persone che sono come me anni fa , pensassero che è così che debbano vivere. Invece no. Puoi realizzare qualsiasi cosa.”

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La guarigione di Patrick Hardison è un miracolo grazie anche all’incredibile lavoro del chirurgo Dr. Eduardo D. Rodriguez e del suo team. Eroi moderni.

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