In California i ricercatori di HyperSolar e dell’University of Iowa hanno unito le forze per creare energia rinnovabile traendo l’ispirazione dalle piante. L’utilizzo congiunto di acqua e della luce del sole è in grado di produrre idrogeno. Alla fine di maggio, i tecnici dell’HyperSolar hanno annunciato un passo in avanti in termini di efficienza, e la University of Iowa ha appena rinnovato un accordo di ricerca della durata di un anno.
Le due organizzazioni stanno lavorando sulla tecnologia per creare energia pulita dall’idrogeno utilizzando un processo simile alla fotosintesi clorofilliana. La loro tecnologia è importante perché l’attuale metodo sostenibile di creare idrogeno scindendo molecole d’acqua risulta molto costoso. Il modo di produrre l’energia da idrogeno di HyperSolar potrebbe invece risultare redditizio.
Per raggiungere questo obiettivo, hanno creato un dispositivo elettrochimico alimentato a energia solare. Il dispositivo è posizionato in un qualsiasi tipo di acqua, comprese le acque reflue o l’acqua di mare. Quando la luce solare colpisce il dispositivo, questo converte l’acqua in idrogeno che può essere ”memorizzato come una batteria“.
Quando l’idrogeno viene convertito di nuovo in acqua, i ricercatori possono raccogliere l’energia accumulata. Un VIDEO sul sito ufficiale di HyperSolar illustra brevemente l’obiettivo:
Lo scienziato dell’HyperSolar, Syed Mubeen, sostiene che stanno progettando ulteriori perfezionamenti. In definitiva, l’energia che producono potrebbe essere utilizzata in macchine a idrogeno o come fonte di energia elettrica pulita.
Mubeen ha detto in un comunicato stampa , che “Lo sviluppo di energia pulita è un obiettivo in tutto il mondo. Attualmente, si ritiene che per pulire i sistemi energetici come le celle solari, turbine eoliche, eccetera, occorra un lavoro a un alto livello di sofisticazione. La vera sfida per il futuro è quello di sviluppare sistemi di energia pulita a basso costo che possano avere i costi competitivi dei sistemi ai combustibili fossili e di essere adottati a livello globale e non solo nei paesi sviluppati. Se si potessero sviluppare questi sistemi a costi competitivi per i sistemi di combustibili fossili, allora potrebbero arrivare nelle case”.
