Sentenza storica in Russia che farà discutere in tutto il mondo: i “Testimoni di Geova“ sono da oggi considerati illegali e paragonati a dei veri e propri terroristi.
Dopo la sentenza su Jaroslav Sivulskij, 48 anni, la Corte Suprema Russa lo ha definito “un estremista” alla stregua di un membro di Al Qaeda, dello Stato Islamico o di altri gruppi terroristici. A seguito della sentenza, la Corte Suprema russa, accogliendo una richiesta del ministero della Giustizia, ha vietato tutte le attività del movimento religioso in Russia e ne ha confiscato tutti i beni. Con questa Mossa, 175mila fedeli russi rischieranno a breve multe tra 300mila e 600mila rubli (circa 5mila-10mila euro) e il carcere da sei a 10 anni se si ritroveranno a pregare.
Dopo un periodo di bando nell’URSS, tutto sembrava risolto per il gruppo religioso noto in molti paesi del mondo. Ma le problematiche sono state riprese dal 2007 quando il viceprocuratore generale lanciò controlli a tappeto sulle attività dei Testimoni di Geova. L’anno prima, tra le attività estremiste vietate per legge, era stato incluso “l’incitamento alla discordia religiosa“. Da allora otto congregazioni locali e 95 pubblicazioni erano state dichiarate “estremiste” e perciò messe al bando. Talora, racconta Sivulskij, i volumi vietati venivano piazzati ad arte durante i raid nei luoghi di culto per avere il pretesto per chiuderli e incriminare i fedeli.
Un anno fa, a preludio dell’ultima offensiva, al quartier generale dell’organizzazione a San Pietroburgo era stato intimato di cessare ogni attività, ordine che i Testimoni di Geova avevano provato a sfidare in tribunale venendo però respinti definitivamente lo scorso gennaio. Ora il bando totale che Rachel Denber, vicedirettrice di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asi centrale, definisce “un terribile colpo per la libertà di religione e associazione in Russia“.
“I testimoni di Geova – ha commentato – sono messi di fronte a una scelta straziante: abbandonare il proprio credo o venire puniti perché lo professano”.
