L’analista politico Miguel Guaglianone ritiene che gli interventi in Occidente negli ultimi tempi nella politica di altri stati sono motivati da una certa disperazione per la perdita di dominanza nel mondo. La penisola di Crimea, che serviva come una popolare località balneare e base principale della Flotta del Mar Nero durante il periodo dell’Unione Sovietica, ha avuto una lunga storia di autonomia sotto il nome di Khanato di Crimea (un vassallo dell’Impero Ottomano) e Tauride. Accorpata in Russia in almeno tre occasioni ed è stata separata da alcuna volontà delle proprie autorità. IL trasferimento di Crimea in Ucraina è stata una decisione presa nel 1954 al Cremlino. Nel 2014, dopo la rivolta dei ‘Euromaidán’, a sinistra l’opposizione armata al legittimo presidente dell’Ucraina, e sciolta la Corte Costituzionale ha annullato la legge che ha dato Crimea e in altre regioni con la lingua russa come ufficiale, ma le autorità territoriali non obbediscono a questi atti di Kiev per la mancanza di legittimità. Il calcolo dei voti dopo il referendum del 16 marzo ha rivelato la volontà del 96.77% della popolazione della repubblica autonoma per tornare alla Federazione russa.
“L’adesione di Crimea alla Russia è una sconfitta diplomatica per l’Occidente”
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