Plutone è vivo! Le prime straordinarie immagini mostrano ghiaccio in movimento


Le prime e eccezionali immagini in HD indicano che le montagne (alte anche 3.500 mt) sono piuttosto recenti. Complesse strutture geologiche, pianure ghiacciate, montagne, segni lasciati dal vento e zone con alta concentrazione di monossido di carbonio, forse prodotto da qualche genere di sorgente. Plutone è immerso nel gelo, ma è tutt’altro che fermo. Le nuove immagini inviate sulla Terra dalla sonda New Horizons della Nasa mostrano regioni il cui volto è in continuo cambiamento, a causa di fenomeni atmosferici, erosione e probabilmente anche di attività geologica.

Ad entusiasmare gli scienziati sono anche le immagini delle lune del pianeta nano, da Caronte a quelle più piccole come Nix, che stiamo iniziando ad osservare a un livello di dettaglio senza precedenti. Lassù c’è ancora molto da scoprire e questo è solo l’inizio: la maggior parte dei dati deve ancora arrivare fino a noi.

Dalle prime analisi di queste immagini di Plutone si è potuto concludere che queste formazioni sono piuttosto recente e risalirebbero a 100 milioni di anni, ben poca cosa rispetto ai 4 miliardi e mezzo di anni del nostro Sistema Solare, infatti ci sono pochi crateri da impatto. I rilievi raggiungono gli oltre 3 chilometri di altezza e sembra che siano ancora in fase di formazione. In definitiva si può affermare che “Si tratta di una delle superfici più giovani che abbiamo mai visto nel Sistema Solare”.

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Nell’esplorazione del nostro sistema infatti abbiamo rinvenuto simili caratteristiche solo su Europa, Encelado,Ganimede, cioè sulle lune dei pianeti giganti, dove le maree gravitazionali riscaldano e modellano la superficie.

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Plutone però ha intorno corpi troppo piccoli per originare un effetto mareale che possa riscaldarlo, quindi ci si chiede da dove e da cosa possa prendere calore.

Quindi si può dedurre che non c’è bisogno del riscaldamento mareale di un corpo molto grande per avere una geologia attiva sui corpi transnettuniani .facendo delle ipotesi si potrebbe pensare che il calore necessario risieda nel decadimento di radioattivo oppure nel calore residuo formatosi quando Plutone ha avuto un drammatico impatto che ha originato Caronte.

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Anche il satellite Caronte rivela incredibili dettagli. Una zona di frattura di circa 1000 km che probabilmente è il risultato di processi endogeni attivi. Mentre In alto a destra, è visibile un canyon profondo dai 7 ai 9 chilometri. E anche su Caronte mancano crateri da impatto: e questo testimonierebbe una giovane superficie formata di recente. Il polo nord è coperto da una macchia scura dal confine esteso e non definito, che è stata chiamata Mordor, forse uno strato di qualche tipo di composto che ricopre le strutture sottostanti.

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Naturalmente restiamo in attesa di nuove e più dettagliate immagini nelle prossime settimane che potranno senza dubbio dirci qualcosa di più.

FONTE:
https://www.nasa.gov/image-feature/th…
http://aliveuniverseimages.com/specia…

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