Quanta acqua consumiamo per produrre carne

Il previsto aumento della produzione e il consumo di prodotti di origine animale rischia di compromettere ulteriormente le risorse di acqua dolce del globo. Se in una parte del mondo l’acqua potabile e anche quella utilizzata per lavarsi risulta ancora un optional poco scontato, dall’altra parte del pianeta la popolazione occidentale non solo ne consuma molta ogni giorno, ma ne utilizza una considerevole parte per allevare animali destinati alla macellazione.

Le dimensioni e le caratteristiche della richiesta idrica variano in base ai tipi di animali e sistemi di produzione.

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L’impronta idrica di carni provenienti da bovini (15 400 m 3 / ton come media globale) è molto più grande di quanto richiesto dalle pecore (10 400 m 3 / ton), dal maiale (6000 m 3 / ton), dalla capra ( 5 500 m 3 / ton) e dal pollo (4 300 m 3 / ton). L’impronta idrica media globale per la produzione di uova di gallina è 3 300 m 3 / ton, mentre l’impronta idrica della produzione di latte di mucca sale a 1000 m 3 / ton.

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Per tonnellata di ogni prodotto, i prodotti animali in genere hanno un’impronta idrica più grande derivante anche dalla produzione di prodotti vegetali specifici. Lo stesso vale quando si guarda dell’impronta idrica per caloria. L’impronta idrica media per caloria di carne bovina è di venti volte più grande rispetto alla produzione di cereali e radici amidacee. Se guardiamo al fabbisogno di acqua per le proteine, è possibile osservare che la richiesta idrica per grammo di proteine ​​per latte, uova e carne di pollo è di circa 1,5 volte più grande rispetto alla produzione di vegetali. Per quanto riguarda la produzione di carne di manzo, la richiesta idrica per grammo di proteine ​​è 6 volte più grande rispetto alla richiesta per la produzione di vegetali. Nel caso il burro ha una relativamente piccola impronta idrica per grammo di grasso, anche inferiore a rispetto alle colture oleaginose. Tutti gli altri prodotti di origine animale, tuttavia, hanno impronte idriche più grandi per grammo di grasso rispetto alle colture oleaginose. Dal punto di vista delle risorse di acqua dolce, risulterebbe più efficiente ottenere le calorie, proteine ​​e grassi attraverso i prodotti vegetali piuttosto che ai prodotti di origine animale.

La soluzione sarebbe quindi di evitare un consumo continuo di carne e limitarlo rispetto a quello dei prodotti vegetali, che andrebbero invece mangiati ogni giorno.

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La produzione animale globale richiede circa 2422 Gm 3 di acqua all’anno (l’87,2% di terreno, il 6,2% di acqua potabile, 6,6% di acque reflue). Un terzo di questo volume è per il settore bovini da carne; un altro, il 19%, per il settore dei bovini da latte. La maggior parte del volume totale di acqua (98%) si riferisce al fabbisogno idrico del mangime per gli animali. L’acqua potabile per gli animali, l’acqua sanitaria e alimentare rappresentano rispettivamente valori di richiesta pari all’1,1%, allo 0,8% e allo 0,03%. I dati dello studio, pubblicati sul sito http://waterfootprint.org, riportano anche questa tabella (in lingua inglese):

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