Scienziati: “mammut vivo tra due anni”

Qualche tempo fa, e dopo quattro mila anni dopo l’estinzione dei mammut, gli scienziati americani hanno rivelato che stanno cercando di “resuscitare” uno dei più emblematici ed iconici animali preistorici dopo i dinosauri: il mammut. Il pachiderma estinto, stretto parente dei moderni elefanti, ha girovagato nelle aree  fredde del nostro pianeta dalla fine del Miocene fino alla fine del Pleistocene. Ci sono diverse teorie sul perché è scomparso: ad un certo punto degli studi, i ricercatori hanno individuato nella caccia degli esseri umani la possibile causa della sua estinzione, ma le ipotesi più solide parlano anche di problemi metabolici e della scomparsa delle praterie di cui esso si cibava.

Il piano per riportare i mammut in vita è una combinazione di ingegneria genetica complessa con particolare manipolazione dei geni chiamati CRISPR. Gli scienziati che effettuano il processo hanno rivelato il lor piano nel corso di una riunione della American Association for the Advancement of Science (AAAS, il suo acronimo in inglese). Il docente responsabile della ricerca si chiama George Church.

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Negli anni precedenti, scienziati russi e cinesi hanno tentato di clonare l’enorme mammifero estinto. Lo scienziato Sergey Zimov ha da anni promosso la creazione del Pleistocene Park,una riserva naturale sul fiume Kolyma a sud di Chersky nella Repubblica di Sacha, in Russia, ovvero nella Siberia nordorientale. I russi da tempo hanno infatti cercato di ricreare l’ecosistema settentrionale di piantagioni steppiche subacquee che fiorivano nell’area durante L’ ultimo periodo glaciale, con l’obiettivo di introdurre poi degli esemplari di mammut clonati. Ma forse i loro colleghi americani potrebbero anticiparli.

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L’idea principale degli scienziati sarebbe quella di creare un embrione ibrido inserendo le caratteristiche tipiche del mammut nei geni di un elefante asiatico, attualmente considerato l’animale vivente più vicino all’antico mammut estinto. Pertanto, il risultato sarebbe geneticamente un mammut, ma un “mammut elefante” geneticamente parlato, esteriormente simile ad un mastodonte preistorico.

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Il professor Chiesa ha detto al quotidiano britannico The Guardian che non ha ancora concluso il processo per la raccolta dei geni embrionici dell’elefante con le caratteristiche del mammut, ma questo lavoro potrebbe già concludersi entro due anni. Alcuni credono che questo animale non dovrebbe essere chiamato Mammut, ma “mamufante“, perché sarebbe ancora un elefante, ma con le caratteristiche tipiche del mastodonte preistorico (orecchie piccole, grasso sottocutaneo, capelli lunghi stopposi e sangue che si adatta alle basse temperature) .

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Ci sarebbe poi da chiedersi: c’è veramente bisogno di spendere milioni di dollari per riportare in vita un animale estinto da millenni quando per altre questioni stiamo distruggendo il pianeta e la biodiversità oggi esistente? Gli elefanti sono ancora oggetto di caccia ed alcuni esemplari di rinoceronte risultano anche gli ultimi rimasti della loro specie. Quali saranno i vantaggi di una ipotetica reintroduzione di mammut nelle steppe se tra inquinamento, incendi e cambiamenti climatici l’habitat idoneo risulterà ristretto ad un parco dedicato?

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