Una equipe di medici dell’ospedale San Gerardo di Monza guidata dal dottor Andrea Gori, sta praticando una tecnica in via sperimentale per sconfiggere la KPC (Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi-produttrice), una infezione batterica opportunistica altamente resistente alle terapie antibiotiche, in grado di causare sepsi sistemiche che possono condurre anche alla morte.
La tecnica è basata sul trapianto Fecale di microbiota (FMT). Il materiale fecale di un donatore sano viene trasferito in un paziente affetto da un’infezione batterica difficile da eliminare che riesce a colpire la maggior parte dei pazienti immunodepressi o coloro che hanno subito un trapianto recente.
È con questa tecnica che il reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza spera di poter implementare le possibilità di “decolonizzazione” del tratto gastro-intestinale nei pazienti affetti da Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi-produttrice (KPC). Le Feci elaborate per trapianto sono classificate come tessuto umano. Il trapianto Fecale in primo luogo è stato effettuato nel 1958 in esseri umani. Tuttavia, è stato utilizzato in animali per più un secolo, come in cavalli malati con diarrea.
“In circa la metà dei pazienti trattati finora, i dati preliminari mostrano una negativizzazione per KPC al follow-up a un mese – dichiara il dottor Gori – “sono risultati preliminari, ma l’aspetto interessante è che questa negativizzazione è visibile a una sola settimana dal trapianto. Abbiamo però bisogno di un follow-up più lungo. Sarà necessario verificare la tenuta nel tempo e, qualora si avesse conferma dei risultati, passare a una fase più allargata dello studio, per valutarne l’efficacia su una popolazione di dimensioni maggiori”- conclude il dottore.